E quindi quando parliamo di Vìen, musica e moda trovano qualcosa di più profondo di un semplice punto di contatto. E la collezione PE 2021, presentata della fashion week milanese più surreale che si ricordi, ha voluto raccontare questa simbiosi in cui una coesiste con l’altra, in un rapporto ultraconnesso tra futuro e giovinezza perduta.

Linguaggi diversi, quelli delle note e quelli dei tessuti, ma uniti, nel concept di Vincenzo Palazzo, da un vincolo indissolubile che in un periodo di sofferenza ed isolamento è divenuto ancora più forte, aiutando nella rievocazione dei momenti e delle sensazioni di un passato lontano, quello delle proprie origini. Queste cose sanno bene quando tornare con prepotenza a reclamare il proprio spazio e nell’accezione specifica di Vincenzo hanno davvero il sapore di una visione, che si è manifestata attraverso le eroine del rock che hanno segnato il suo passato. E da sequenze su un pentagramma si sono trasformate nei suoi abiti che sembrano sussurrare all’orecchio:

Questo sono io.

E se l’ispirazione nasce, in particolare, da: Anemone di The Bryan Jonestown Massacre cantata da Katy Newcombe, Fade into you dei Mazzy Star con Hope Sandoval e Schizophrenia dei Sonic Youth di Kim Gordon, il presente si muove sui nuovi territori urbani della scena musicale italiana.

Le parole lasciano presto spazio alla musica e a conclusione di questo romanzo di formazione c’è stato il tempo anche per il tanto atteso party di chiusura, organizzato al 10 Corso Como con Radar Concerti. Prosecco a fiumi, la cheescake scomposta, tante mascherine griffate e tanta bella musica, proprio perché con Vìen sono i dettagli che fanno la differenza. Lì abbiamo toccato con mano la musica di HÅN, Giungla e L I M le quali, nella loro diversità artistica, si sono amalgamate l’una con l’altra proprio come musica e tessuti.

All’orario del tardo aperitivo ha aperto l’elettronica dreamy e minimalista di HÅN, tanto gentile quanto efficace nel contesto in cui è stata presentata. Dopo di lei Giungla, che con la sua chitarra un po’ Pj Harvey ha capovolto letteralmente lo scenario. In chiusura L I M, essenziale e berlinese come piace a tutti quelli che “fare l’aperitivo seduti ok, però voglio anche ballare.”

Lo sappiamo e ce lo diciamo da mesi, tutto è diverso; per certi versi molto triste. E l’economia ed il sistema musicale al collasso e i problemi eccetera, ma vivere i live in ambienti raccolti è un’opportunità che bisogna saper prendere e se la vediamo da questa prospettiva, Vìen e Radar sono stati in grado di vedere il prossimo futuro del mercato dell’intrattenimento.