Tra gli appuntamenti di fine estate 2016, l’AMA Music Festival di Asolo era sicuramente segnato in rosso sul calendario, vuoi perché queste nuove realtà in crescita vanno sempre supportate, vuoi perché ci sono i cazzo di Foals per la loro unica data italiana.
Sarò breve: arrivo tardi, perdo Tight Eye e ascolto distrattamente il live di CRLN, buone intuizioni melodiche ma forse dei testi che hanno bisogno di una sistemata. A seguire ecco gli Altre Di B, leggeri e divertenti, che fanno capire ai sempre più numerosi presenti perché erano tra le tre band italiane presenti alla scorsa edizione del Primavera Sound. Mike Bird lo ascolto da lontano mentre ordino degli arrosticini, e mi è sembrato un buon cuscinetto indie folk di 15 minuti per placare i bollenti animi delle teenager pronte a dare battaglia per i loro beniamini. I Foals? No, i The Neighbourhood, questi spiantati californiani autori di un pop rock innocuo, e che probabilmente nessuno si filerebbe se il cantante fosse bravissimo e obeso e non un tizio stonato, rachitico e pieno di tatuaggi, ma tant’è.
Dopo una raffica di foto – che la band vuole solo in bianco e nero, mortacci loro – ci perdiamo il concerto dei Soviet Soviet (che ci dicono essere stati devastanti come al solito) per tornare sottopalco per i Foals. Le ragazzine sono scappate, ma il colpo d’occhio è ugualmente potente. Yannis e soci sul palco sono le solite bestie, e se nella scaletta spiccano ben quattro brani tratti da Antidotes, su cui il pubblico va letteralmente fuori di testa, è tutto il concerto a non conoscere momenti morti. Da Spanish Sahara cantata da tutti in un crescendo emotivamente devastante, alla finale Two Steps, Twice con Yannis che si lancia dal palco direttamente in mezzo al pubblico, andando a prendersi per l’ultima volta un meritato abbraccio collettivo.
Probabilmente la cosa migliore a questo punto è lasciare che siano le foto a parlare, ecco a voi: