Shit is crazy, shit is Yaeji
Gotta feel it out

Kathy Yaeji Lee aveva il mondo spalancato davanti a sé. Due EP e una manciata di tracce l’avevano già catapultata tra i nomi più importanti della scena elettronica mondiale, di quelli capaci di ottenere consensi unanimi sia dai duri e puri del genere sia dalla stampa di settore più snob. Stupisce allora che in questa rapida verticale la mossa successiva alla pubblicazione di EP2 non sia una raccolta di mine house per far tremare i club di tutto il mondo, bensì un passo laterale, una deviazione dal percorso stabilito.

Se vi siete approcciati a WHAT WE DREW 우리가 그려왔 aspettandovi un’altra raingurl o un’altra Guap, siete nel posto sbagliato. I ritmi si fanno meno serrati e le atmosfere dreamy sotto la cassa dritta degli EP sono le vere protagoniste. Il primo singolo, WAKING UP DOWN, in questo senso è stato abbastanza furbetto, non discostandosi più di tanto dal classico Yaeji-sound, ma già la title-track aveva promesso cose nuove: dall’inflessione quasi r’n’b della prima parte allo sbocciare del brano nella seconda metà, un mantra tanto ipnotico quanto irresistibile.

Le atmosfere dreamy non traggano comunque in inganno: il cuore di Yaeji batte sempre a ritmo di deep house e hip hop, ma questa volta muovere il piedino è meno immediato. L’appiccicosa IN THE MIRROR >거울 è< un’oscura melma sintetica che sul finale ammicca al breakbeat, mentre la bipolare WHEN I GROW UP è un immaginario botta e risposta tra la Yaeji più giovane e quella di oggi, synth vibranti e beat gravi, hip hop e cantato in autotune.

Rispetto al passato ci sono anche le collaborazioni: il rap di Nappy Nina regala una freschezza tutta nuova a MONEY CAN’T BUY, mentre YonYon e G.L.A.M. fanno bello e cattivo tempo su SPELL 주문, probabilmente il miglior pezzo del lotto, in una commistione di rap, pop e house che parte dal Giappone, fa scalo sulla West Coast e termina il suo viaggio tra la Corea Del Sud e Brooklyn. Da un lato WHAT WE DREW 우리가 그려왔 suona come un tentativo di Yaeji di chiudersi in sé stessa, dall’altro sembra tutto il contrario: un inno alla collettività, una piccola festa tra amici.

La libertà concessa dal formato mixtape è perfetta per gli esperimenti di Yaeji, che in WHAT WE DREW 우리가 그려왔 fa letteralmente quello che vuole. C’è qualche elemento da sgrezzare – l’album ha un leggero calo sul finale – ma non sono tanti gli artisti che, con il mondo spalancato davanti, scelgono di fare un passo di lato per seguire nuove strade o esplorarne alcune a malapena asfaltate. Se cercavate conferme sulla bontà del progetto Yaeji, WHAT WE DREW 우리가 그려왔 ve ne regala in abbondanza.

Tracce consigliate: SPELL 주문, WHAT WE DREW 우리가 그려왔, IN THE MIRROR 거울