Musica per nevrosi. Torna la band di Jamie Stewart dopo un silenzio discografico di quasi due anni dall’acclamato Always e lo fa con ben due album: un cd di cover di Nina Simone uscito a dicembre dell’anno scorso e il ben più atteso materiale inedito pubblicato nel qui presente Angel Guts: Red Classroom.
Le premesse sono interessanti sia musicalmente che concettualmente. Ricordate la spensieratezza di Dear God, I Hate Myself? Non c’era alcuna spensieratezza, ovvio, ma è come il tenebroso istrione Jamie vuole probabilmente che vi ricordiate il passato degli Xiu Xiu a fronte di quello che è ora il presente della band. “Angel Guts: Red Classroom is the beginning of Xiu Xiu’s descent from grayness into the deepest blackness endurable. It is the sound of Xiu Xiu’s death” e ancora “The subject matter—racialized sex, double suicide, double penetration, criminality, fear of physical harm—is unsuitable for the faint of heart.” Numi tutelari sono, stavolta più che mai, gli Einstürzende Neubauten, i Suicide, Nico, i Kraftwerk, influenze già visibili se si pensa alla strumentazione ridotta all’osso: drum machine, synth e batteria.

Se pensate che siano esagerazioni per darsi un tono, ascoltate se non l’avete già fatto, il primo singolo Stupid in the Dark. Due minuti di secco martellamento industrial con il synth che disegna melodie inquietanti sul battere meccanico della drum machine e la voce di Jamie divisa fra flebili sussurri, quasi incomprensibili e tragiche declamazioni. Sono da dimenticare, e in fretta, i tempi di Fabulous Muscles e dei suoi momenti acustici.
L’album attacca leggermente in sordina e si sveglia veramente solo con la terza traccia, la summenzionata Stupid in the Dark, lintro strumentale Angel Guts: e Archie’s Fades non causano particolari impressioni.
Se Stupid in the Dark imposta il nuovo corso della band, Lawrence Liquors spinge ancora più in là il confine. Qualunque velleità rock o easy listening viene dimenticata: non c’è un cantato ma solo una voce singhiozzante che ricorda come potrebbe essere un messaggio alla segreteria telefonica lasciato da uno psicotico, accompagnata da ululati grotteschi. Lawrence Liquors svetta tra le tracce più estreme e inquietanti dell’album: non aspettatevi i Whitehouse, ma non sottovalutate l’abrasività del nuovo corso del gruppo. Questo viaggio nelle viscere dell’angelo può riservare sorprese atroci, come atroci sono le urla e i pianti di animali al macello su Adult Friends.
Ironicamente è forse Black Dick la traccia più “commerciale”. Sì, perché tolte le distorsioni e il testo osceno (parodia drammatica degli stereotipi sessuali?) il tappeto creato dalla drum machine è quasi ballabile . Un’operazione simile si può ascoltare all’opera all’inizio di The Silver Platter almeno fino a quando i synth non irrompono cambiando l’andatura del brano e trasformandolo in una nenia dai richiami gotici. Crescendo sonori amarissimi per A Knife in the Sun che smembra come una lama di ossidiana quello che rimane dei vecchi Xiu Xiu.

“I hate everyone but you” sibila Cinthya’s Unisex, immaginando che possa assomigliare molto alla massima dichiarazione d’amore udibile su Angel Guts. Chiusura in grande stile con Botanica de Los Angeles, forse la canzone migliore dell’album e che nel suo risultare calda, avvolgente ma minacciosa e soverchiante al tempo stesso ricorda lo straordinario drone dei mai abbastanza compianti Angelic Process di Weighing Souls With Sand, e la cacofonia fine a se stessa di Red Classroom, che sfoga in due minuti di lamenti rumoristici le ultime energie rimaste.

In un’intervista rilasciata qualche mese fa al magazine Walker, Jamie Stewart risponde così al giornalista che gli chiede cosa significhi amare gli Xiu Xiu: “That you are wasting your life“. Lapidario.

Recommended tracks: Stupid In The DarkLawrence Liquors.