Il 23 marzo è uscito a sorpresa, quando tutti li davano per dispersi chissà in quale parte astrusa dell’Australia, il nuovo album dei Wolfmother del trichecone con l’afro Andrew Stockdale. Sono passati ben 5 anni dal loro ultimo lavoro, il mezzo passo falso Cosmic Egg: troppi pezzi inutili (ma alcuni molto belli, non dimentichiamocene), estremamente ripetitivo. Niente a che vedere con il glorioso esordio datato 2005: ispirato, direttissimo, con quei gioiellini preziosi che ci gustiamo ancora oggi. Potremmo anche non considerare le date di uscita di questi LP, visto che si tratta di un revival hard rock al 100%, roba che ci stava bene nei Seventies, quando spadroneggiavano Page, Hughes, Townshend e i tanti altri miti della nostra adolescenza musicale (quasi di tutti eh, sia mai).

E quindi, New Crown com’è? Cazzo sono pure tornati alla formazione a tre, vuoi vedere che la finiscono di essere pretenziosi e tornano a picchiare come degli orsi? Ed eccovi qua a seguito la cronaca, nuda e cruda, dei primi tre ascolti completi dell’album.

PRIMO ASCOLTO. Parte la prima traccia How Many Times. Bello il riff, sì! È anche bella sostenuta! Si ma mi ricorda qualcosa, tra nome e melodia… Vabbè come opener ci sta. Le altre tracce scivolano via, avrò bisogno sicuro il secondo ascolto per comprenderle meglio, però l’album scorre via bene, forse fin troppo.

SECONDO ASCOLTO. Mmmh. Queste canzoni non stanno dicendo proprio niente. Cioè parliamoci chiaro: un pezzo come Feelings non lo metterei neanche tra le B-sides ad esempio. La noiosità prende il sopravvento facilmente: è tutto un “già sentito”, le chitarre sono di una banalità imbarazzante a volte, riesci già ad intuire le note che verranno suonate. Dai, magari è solo un’impressione, sarà che sono troppo affezionato agli Zeppelin

TERZO ASCOLTO. Cari Wolfmother, va bene tornare di sorpresa, ma vi siete messi a posto voi prima di tutto? La produzione è da mettersi a piangere: le chitarre sono parecchio vuote e senza vita, stridono, e in parecchie parti vengono suonate pure male a parer mio. E poi, sono intonate ed accordate? Ad ascoltare bene, alcune sembrano le prime takes che avevate a disposizione.
Uno sbuffare continuo. Non un pezzo che mi prenda sul serio, nessuna cannonata in stile Colossal o Dimension se vogliamo fare dei paragoni. E poi pezzi citazionisti che ti fanno salire il nervoso come “I Ain’t Got No”. Quel poco di positivo che ci ricavo è Heavy Weight, macigno stoner/blues che salva un po’ la situazione.

Ho scritto questa recensione in maniera un po’ scazzata credo. E so il perchè: New Crown mi ha veramente deluso. Scrittura dei pezzi approssimativa e sound svilito. E così imparai la lezione: un revival senza belle canzoni è una di quelle cose terribili che più terribili non si può. Occhio caro Andrew che ti trovi Jimmy, Robert e John Paul sotto casa se continui così.

Per tirarmi su il morale ho dovuto un attimo isolarmi con lei.

Traccia consigliata: Heavy Weight