Non è che questo non sia un bel disco, ma non so. Dunque succede di ascoltare una canzone in giro per la rete, succede che mi uncuriosisca, poi niente, mi passa dalla testa. Ieri quasi casualmente mi passano il disco per intero.

Credo sia colpa mia, mi ero fatto quasi delle aspettative così a scatola chiusa e ripeto, non è un brutto disco, anzi, alcune canzoni sono così belle che stupri il tastino “repeat” fintanto la tua ansia pre esame non sparisce aspettando che ti venga voglia di dormire. Il fatto è che ha un unico problema: è tremendamente disomogeneo.
Un album, come un film o, concettualmente, come una qualsiasi opera d’arte, deve avere un perchè, anche inutile, perfino insignificante, però un motivo d’esistere è necessario, no? Non dico neanche che Virtual Boy abbia fatto un disco per noia (che poi, anche se fosse…) è che andando avanti con gli ascolti ti rendi conto che è come ascoltare una compilation, una bellissima compilation, ma ci sono dei cambi così radicali di stile/velocità/atmosfere che arrivi a pensare sia molto improbabile possa esserci dietro una sola mente: detto così sembra quasi una cosa bella, però nel proseguo delle tracce destabilizza.
Ci sono in verità alcune perle come Memory Of  A Ghost, The Tower e Only One, le ultime tre, che alla fine, anche se non centrano un cazzo fa lo stesso perchè sono belle belle.
Magari è questione di tempo, magari no, un esordio un po’ acerbo, una band da inquadrare ma in definitiva, anche se “vario”, è un buon ascolto
Unica note davvero dolente: vocoder e autotune, dove abusati, vanno lasciati a Kanye West.