Dura il tempo di un profondo respiro l’illusione che l’ultimo lavoro di Venetian Snares possa essere un prontuario, un manuale della musica prodotta con sintetizzatori modulari. Traditional Synthesizer Music, a dispetto di quanto faccia credere il titolo, non rispetta infatti alcun canone o norma e di tradizionale o di classico possiede ben poco. Ancora una volta, così, si è costretti ad ammirare il capriccio dell’artista, che si spinge oltre le tradizionali regole circa le proporzioni. Ma che Venetian Snares, al secolo Aaron Funk, sia solito compiere colpi d’ala o di testa è cosa ben nota, oltre che frequente.

In questo, Traditional Synthesizer Music è per certi versi come fosse un ricco mosaico, un insieme di più forme variamente tagliate e accostate, e per altri una monolitica lastra di marmo, gelida già all’occhio prima che al tatto; è inoltre più un’allegoria che un ossimoro, più un’allusione che una contraddizione. Oltretutto, lo stesso Venetian Snares ha abituato ad una rappresentazione di sé simile ad una figura biforme, ascetica, fatta di evocazioni e richiami, sottintesi o espliciti che siano; a delle fattezze di sé che si compongono e si scompongono, come tessere musive appunto, che realizzano un’immagine fluida e, al tempo stesso, tanto densa da rimaner compatta.

Aaron Funk è pur sempre un accademico, ne possiede le competenze e le credenziali, ma fa di tutto perché ciò possa essere solo vagamente recepito e in alcuni casi addirittura occultato. E ci riesce pienamente per mezzo dello sforzo violento della forma, oppure sfigurando la stessa o arricchendola di eccessivi particolari. Traditional Synthesizer Music è un lavoro ruvido, ma soprattutto acidulo come un oggetto metallico tra i denti (Anxattack Boss Level 19V3, She Married A Chess Computer In The End, Paganism Ratchets); in certe parti, invece, sfocato come una raffigurazione onirica e irreale (Everything About You Is Special, You And Shayna V1, Magnificent Stumble V2).

Di sicuro, Traditional Synthesizer Music è caotico, claustrofobico; ora oppressivo come i break che si rompono e cozzano tra loro, ora incalzante e impazzito come il più riuscito pezzo hardcore. Di fatto, però, Traditional Synthesizer Music è un album barocco, che non esprime un’armonia universale e dell’universale, ma l’isteria di chi vive in funzione del particolare, del dettaglio; non conduce il corpo alla catarsi, ma al turbamento, allo sconvolgimento.

Tracce consigliate: Everything About You Is Special, Magnificent Stumble V2.