Il Settimo Sigillo è un film del 1957 diretto da Ingmar Bergman.

C’è una scena nel Settimo Sigillo dove un forse troppo pretenzioso momento di pace viene interrotto, senza un apparente motivo, da una folla di fanatici moribondi religiosi, che si flagellano, che strisciano in terra, che si trascinano rovinandosi il petto, avvolti così in una coltre di incenso grigia che vale anche come monito, a detta di molti.
Arrivano, e uno di loro parla – Iddio ci ha puniti e noi periremo tutti.
Poi ricominciano a strisciare di nauseabondo fare e spariscono di nuovo.

Urpf Lanze ha intenzione di fare la stessa identica cosa con la tua vita, questo è il punto.
Arriva, ti ricorda che devi morire e se ne va.
Urpf Lanze, meglio conosciuto come Wouter Vanhaelemeesch, un illustratore di mano fine e medievale – la copertina del disco è sua – famoso per aver collaborato anche con Jim Jarmush, non so per cosa in realtà, decide ora di registrare il suo primo long playing.
Procession of Talking Mirrors.
Questo non è un disco per deboli di cuore, o per gente in pace col mondo, io stesso non so di preciso perché lo stia recensendo.
Urpf Lanze suona la chitarra acustica poggiata sulle ginocchia facendoci saltare sopra le mani e avendo precedentemente girato le chiavi della chitarra scordandola secondo un piano prefissato.
A momenti sembra che stia suonando catene fini invece che corde, suonandole prima con le dita, in arpeggi sinistri, e poi col palmo intero, in
Poi avvicina la bocca al microfono e mugugna parole poco chiare digrignando i denti, e impazzendo con una chitarra che una volta era metal sicuro, e adesso ne è solo lo scampolo distrofico.
Sei tracce: variegati deliri su temi di folk giapponese, metal, lo-fi, sperimentale e qualcos’altro.
C’è comunque un bel pezzo, di ascendenza blues, da capire a poco a poco che si chiama He Will Drink the Milk of a Thousand Mothers.

Tracce consigliates: He Will Drink the Milk of a Thousand Mothers.