Tropics.tropics.tropalclamor.
Chris Ward, londinese, caucasico, di corporatura media, porta un taglio di capelli corto, tagliato bene.
Chris Ward, in arte Tropics.
Chris Ward suona, lo fa per scelta, gli piace, pare.
Chris Ward, in arte Tropics.
Chris Ward firma con la Planet Mu lo scorso anno, e a novembre fa uscire il suo primo album “Parodia Flare”, niente male, bel titolo, bella musica, tutto un giro tra chillout, chillwave, shoegaze, e non so cos’altro, incastrato per benino tra la costola e l’anca in quel decennio che probabilmente oggi non ci saremmo se non. Che tra l’altro ieri ho trovato un tastierino Bontempi a due ottave nel mio garage, di quelli con la ventola dentro, bello, ero felicissimo, cose che manco t’immagini.
Ok, Tropics, Chris Ward, londinese, Planet Mu, “Parodia Flare”. Tutto chiaro, non fa una grinza.
“Nautical Clamor” però non esce con la Planet Mu, è una sorta di self-releasing ascoltabile per intero o scaricabile a 3 dollari dalla pagina bandcamp di Chris, e a dire il vero non è neanche un vero e proprio album, è una sorta di collezione di tracce vecchie e nuove, alcuni remix, e un paio di bambini in copertina che con molta probabilità non hanno ascoltato il disco.
Beh, sai una cosa Chris Ward? Il tuo disco non è male, si ascolta, ci piaciucchia e non posso nasconderti che alcuni pezzi li ho riascoltati volentieri.
“Nautical Clamor” spazia molto. Ognuno dei 10 pezzi ha un suo tratto caratteristico, una sorta di segno in faccia che fa sì che li si possa riconoscere, difficile spiegarlo ma è così.
I leitmotive principali sono la sfilza di sinth in fila per due che vanno ad incollare tutti gli elementi in disaccordo, così, alla vecchia maniera, tenendo premuti i tasti e girando le rotelline, e allargano lo spazio, che in certi pezzi ti vien voglia di aprire le braccia fino a disegnare dei cerchi, come in Sophomore, ma chiaro poi non ci riesci.
E Chris è un fico perché sopra tutti ‘sti sinth, sopra questi beat allampanati, ci va a suonare una sfilza di strumenti, dai bonghi a chitarre effettate alla vecchia maniera, senza mai perdere la testa però, è tutto in un equilibrio costruito, preimpostato, a tratti precario.
“Nautical Clamor” si ascolta, mi sembra di averlo già detto, forse lo penalizza il fatto di non aver scelto una direzione unica, un cyberspazio comune.
Poco importa.
Le tracce che ti ricordi: “Patricia Glow” e “Mouves”, tratta da “Parodia Flare” e remixata per l’occasione.