I Titus Andronicus se ne escono con un altro lavoro emotivo, patriottico, pestone, progressivo, violento e banalmente indie rock.
Partiamo dalla fine: è la solita roba fatta di marcette, climax esplosivi e tematiche “popolari” con un’aggiunta stilistica (assolutamente di cattivo gusto), ovvero due pseudo ballatine quasi classiche alla fine del disco. BRR.

No allora intendiamoci, gasa da morire, se fosse il mio primo approccio con questa band mi riterrei soddisfatto da un ascolto potente, energicamente ed emotivamente intenso (il finale non lo voglio considerare perchè infosserebbe il mio giudizio a livelli mostruosi)… Il problema è che i Titus Andronicus sono in giro da sette anni e hanno pubblicato due dischi precedenti a questo di gran lunga superiori, senza nessunissima ombra di dubbio.
Lascia un po’ l’amaro in bocca a chi come me si ritiene un grande fan, a chi era rimasto folgorato da The Monitor: vuoi un po’ perchè ogni tanto senti frasette tipo “No, I’m not gonna cry” (neanche i Green Day), qualche urla che fanno “Speed It Out” in un climax potentissimo che mi ricorda tanto quelli dei My Chemical Romance (…per dire), tematiche da punk rock adolescenziale, un pezzo, Titus Andronicus vs The Absurd Universe (3rd round KO), il cui testo è, per due minuti e undici tiratissimi, “I’m going insane” ripetuto tremila volte.
Cioè io non voglio insinuare niente, nè tirare fuori argomenti banalissimi tipo “si sono venduti”: appartengono a un’altra età, a un’altra percezione della musica e sicuramente il concetto non è così banale, nè facilmente affrontabile.
Dico solo che il ragionamento potrebbe essere stato: il marchio Titus Andronicus vende, il loro suono vende e il punk non va più di moda allora facciamo un disco punk e chiamiamolo indie rock.
Un disco che deve vendere assolutamente e sono sicuro che lo farà, tutto qui. Niente di più.
Chiudo l’ennesimo ascolto con l’unico pensiero: amici ok, vendere tanto è il sogno di tutti, però quando tornerete a scrivere qualcosa tipo A More Perfect Union, tornerò a piangere con voi ‘cause tramps like us baby we were born to die.

Quanto mi fece male, all’epoca, quel verso.

4.5/10