Annabel Dream Reader esce allo scadere di questo freddo agosto, è il primo Long Play della giovanissima band di Brighton, The Wytches. Il disco è una raccolta di canzoni già editate in vari 7 pollici pubblicati lo scorso anno, mescolate senza stonature con degli inediti.
Le influenze di questa band britannica si scoprono: nelle insenature di Bleach dei Nirvana, in una serie di tentativi di coverizzare Love Buzz riuscendo nell’intento di mantenere la freschezza durante l’ascolto (Digsaw, Gravedweller), in Humbug degli Arctic Monkeys (Fragile Male, Beehive Queen), nei riff dei primi album dei Black Sabbath (Part Time Model), e nelle cadenze surfeggianti (Wire Frame Mattress); questi ingredienti vengono poi montati attorno alla voce di Bell che ricalca quella di Jack White.

Il disco si mantiene in piedi su riff circolari e su melodie arabeggianti che costruiscono nelle mente sensazioni macabre in un’atmosfera gotica e surreale, rintracciabile in film di Burtoniana memoria.
Robe For Juda demolisce megalopoli nei ritornelli esplosivi e pachidermici. Summer Again si avvale di un crescendo struggente, nella più morbida traccia dell’album. Capitolo a parte merita Track 13, una ballata folk acustica che chiude quest’ottimo album.
Nonostante la palese freschezza risulta a volte impossibile non bacchettare il gruppo per l’eccessivo anacronismo di strutture compositive e melodie. Essersi ispirati per più di metà disco a vecchie canzoni non ha sicuramente giovato nel rinnovamento, ma è stato un buon modo per raggruppare le idee e farsi conoscere.

Tracce consigliate: Robe For Juda, Summer Again