the_kooks_listen-portadaEtichetta: Virgin
Anno: 2014

Simile a :
Questo

Le religioni, la scienza, la nostra naturale tendenza alla ricerca di ordine e spiegazione da sempre ci fanno credere (e illudere) che al mondo tutto abbia un senso, che tutto si incastri in modo magari inconoscibile in un enorme meccanismo in cui ogni cosa ha ragione di esistere.

Malauguratamente, la nostra esperienza quotidiana fa spesso scontrare questa consolante opinione contro tante, evidenti dimostrazioni della sua falsità. Perché purtroppo il mondo è pieno di inutilità.

Ed è l’inutilità il vero orrore di questo mondo, non il brutto: il brutto si inserirebbe comunque in un orizzonte di senso, potrebbe essere utile nel suo costituire un paradigma negativo, aiutandoci a definire, per contrasto, cosa invece è bello.

È questo, di Listen, che lascia così tanto sbigottiti: la sua estrema, profonda e costante inutilità. Venuto a conoscenza dell’uscita di un nuovo album dei Kooks nel 2014, l’ho ascoltato aspettandomi qualcosa di brutto, di cui magari anche ridere, ma che, arrivato in fondo, mi facesse pronunciare un deciso “ecco, questo no” (nonostante avessi anche una vaga speranza, ben riposta in fondo a quel cuore che mi aveva fatto apprezzare il loro primo lavoro, di trovare qualche sprazzo di piacevolezza).

Invece mi sono trovato ad ascoltare 40 minuti di vuoto, che passano senza neanche darti un appiglio per una critica per quanto sono piatti, per come scorrono senza lasciare alcuna sensazione, neanche quella di ostilità o di straniamento che ti può lasciare l’ascolto di qualcosa di sgradevole.

È invece una sottile sensazione di inquietudine quella che mi è rimasta, quella che rimane quando ci si scontra con la palese inutilità, con la mancanza di alcun senso. Quella che ti fa stagliare davanti solo un’orrida e insolubile domanda: un gigantesco: “PERCHÉ?”.

Tracce consigliate: Forgive&Forget.