The Holydrug Couple sono due ragazzi cileni che vogliono dimostrare al globo che anche il loro paese ha musicalmente qualcosa da dire oltre gli Inti-Illimani. In questo scorcio di 2k13 pubblicano per la newyorkese Sacred Bones Records il loro secondo LP (dopo Awe del 2011) intitolato Noctuary. Ives Sepúlveda (attivo anche nei Föllakzoid) e Manuel Parra, da Santiago, hanno tanta nostalgia degli anni ’60 e probabilmente tanta droga nei loro zainetti. Con questo disco vogliono farci provare l’ebbrezza di un acid trip simile a quelli che sono soliti fare probabilmente ogni sera prima di addormentarsi, e in parte ci riescono, complice un sound eufemisticamente vintage, fatto di chitarre e batterie molto compresse, sbilenchi soli riempiti da fuzz e riverberi a badilate: Counting Sailboats è una perfetta introduzione ad un mondo di fiori nei cannoni, capelli lunghi e summers of love; Out of Sight, la traccia più lunga dell’album (7.50 min) rievoca anche atmosfere post-rock, soprattutto nella ritmica, condite ovviamente in salsa psych. La voce stonata e straniante di Sepúlveda sembra affogata tra gli strumenti in pezzi come Red Moon e Wonder: le vocali sono “stirate” all’inverosimile per ottenere un’atmosfera estremamente lisergica, mentre le chitarre soliste sembrano più che altro dei sax riverberati; Willoweed e Paisley sono due strumentali dal piglio leggermente più incalzante, ispirati a band come Grateful Dead e Jefferson Airplane, dominati da una chitarra ritmica più brillante del solito. Wondered è un sognante stacco di poco più di un minuto che, con una chitarra fatta diventare un sitar – strumento/feticcio dei ’60-’70 – introduce il pezzo migliore di Noctuary, It’s Dawning, che giunge all’epilogo nel migliore dei modi, con una splendida ballata più propriamente pop rispetto al resto del disco, che attinge a piene mani dalla prima parte della discografia floydiana.

Resta da capire se il disco sia un sincero e sentito omaggio al rock psichedelico nato a San Francisco negli anni ’60 o se sia solo un modo per cavalcare l’onda dell’ossessione per le sonorità vintage e retrò che in questi ultimi anni stanno invadendo la scena indipendente (Tame Impala docunt); quel che è certo è che l’atmosfera è quella giusta, anche se troppo derivativa, ma mancano dei veri picchi qualitativi. Nonostante tutto, Noctuary ha comunque quanto basta per offrirci un buon trip, magari ambientato in una Santiago del Cile lisergica e inedita.

Tracce consigliate: It’s Dawning