Questo doppio LP merita un’analisi profonda, perchè sconcerta, sconcertano i 13 pezzi che sono 13 peli del culo del Diavolo e che in fondo in fondo a tutti noi scaldano il cuore da morire.
La collaborazione con Ke$ha è talmente fottuta nel cervello da essere maestosa, gli stacchi ritmici sono portentosi, le frasi sono geniali e ruvidissime.
E lei sprizza cagnezza da ogni rima.
Il duetto con Bon Iver rasenta il limite dell’epico, il synth che si rincorre, che suda, che prega e quel ciccione di justin che
senza barba è davvero ridicolo, ma che con “you and me we’re both so fucked up / you’re fucked up in the good way / and i’m fucked up in the bad” mi ha ancora fatto male al cuore.
“Helping the Retarded to Find God”, collaborazione con Edward Sharpe and the Magnetic Zeros: psych ondulante vero e
proprio, melodie elephantiane: uno dei pezzi più “completi”. Jeff Mangum sbronzo assieme ai Boards of Canada.
Il lato B ti fa schizzare verso Urano con l’uno-due Supermoon Made Me Want to Pee (Prefuse 73, uno dei “deboli” lati dell’opera, se non amanti dei rumoracci lo-fi come me) Children of the Moon (Tame Impala, e giù di perfezione psych-folk).
Il lato B si conclude con Jim James “That Ain’t My Trip”, pezzo deludente e dalle prospettive troppo pop, ma piacevolmente lo-fi nel linguaggio e con “You Man, Human?”, 3 minuti e mezzo di Flaming Lips + Nick Cave.
Flaming Lips + Nick Cave.
Cosa devo aggiungere?
Il secondo LP apre con la collaborazione con Lightning Bolt “I’m Working at NASA on Acid” e nei primi 20 secondi c’è Sergio Leone in fitta pesissima con un fuzz sgranatissimo che idealmente abbraccia tutto: pure il violoncello, pure tutto il casino dei 7 minuti che seguono. Il “bridge” distrutto e scomposto  in… beh dai ascoltatelo.
I’ll ask the insect / how does it fly? / I’ll ask the insect again / oh does he feel pain when he dies?” Dai.
Sono partito davvero prevenuto sulla collaborazione con Yoko Ono, ma questi Flaming Lips sono davvero in forma e suonano come degli indemoniati.
Il pezzo rotola ed è sudatissimo.
Campionamenti clinici, groove immenso, pezzo da ballare, linea di basso incredibile, outro che è classe pura: MURO DI SUONO 11/10.
Is David Bowie Dying? me lo sono chiesto qualche volta.
Se lo sono chiesti insieme a Neon Indian.
Hanno dato una risposta di 6 minuti e 40, piena di synth percussivi, con una cassa che uccide la vita su Saturno.
Quando parte l’incedere della chitarrina acustica psychfolkissima mi è partita una lacrimuccia perchè Neon Indian mi ha emozionato ed è successo pochissime volte.
Il lato B del secondo LP è di difficile digestione, specialmente The First Time Ever I Saw Your Face, con Erykah Badu.
Il brano, 10 minuti di digressione di synth, è un inno AL muro di suono.
Ne sarebbero bastati 4, davvero.
Girl, You’re So Weird, New Fumes: un tema quasi morriconiano nel primo minuto iperdistorto che si abbandona poi al calore di una linea di basso fatta di grasso di balena e di nuovo la follia, incontrollabile. Un climax magistrale, l’outro fra gli Units e qualche incursione tedesca 80’s.
Uno dei pezzi più validi.
L’outro del lavoro, I Don’t Want You To Die è il pezzo peggiore del doppio album.
Decisamente un pezzo di chiusura, anonimo e rilassato: Chris Martin scrive musica e testo (LOL).
Menomale che i Flaming Lips danno una ramazzata riverberata e in picco al pezzo che , per quanto banale, ha dei suoni che spezzano le reni e ti fanno implorare l’acqua nel deserto.

È stata una faticaccia.
I Flaming Lips sono un grandissimo gruppo con grandissime idee da sempre.
Spero che continuino a drogarsi e a pregare Satana con lo stesso impegno e la stessa dedizione alla causa, perchè di dischi così voglio sentirne altri 2 o 3, that’s all folks.