ROBBIE WILLIAMS
TAKE THE CROWN – Island 

Caro Robbie Williams, leggevo in una tua intervista recente che sei letteralmente ossessionato dallo scorrere del tempo. La cosa non è che mi stupisca, Robbie: dopo essere stato l’idolo di un paio di generazioni di teenager, l’ultimo tuo album ha avuto un successo relativo e quello precedente è stato un tale insuccesso che la tua casa discografica ha utilizzato le copie invendute per asfaltare le strade in Cina (true story). Hai già provato la carta della reunion ottenendo come più grande risultato l’aver riportato dentro ai palazzetti una generazione di milfone, e ora sei pure alle soglie dei fatidici 40 anni. Non vorrei essere il tuo analista, Robbie. O forse si, perché probabilmente gli starai lasciando un sacco di soldi.

Però non puoi usare la scusa della crisi di mezza età come giustificazione. Non puoi scrivere quella che potrebbe essere la nuova sigla dei puffi, Candy, e non solo metterla su un album, ma addirittura lanciarla come singolo. Cantare con passione di un amore 16enne in Gospel non fa di te un giovane, fa di te pedobear. E se le classifiche inglesi dicono Coldplay e Kasabian, non bastano due canzoni come Hunting for you e Hey Wow Yeah Yeah per far suonare il tuo album contemporaneo. Meglio allora quando provi la carta dell’evidente autoironia come in Shit on the Radio, o provi a tornare a fare quello che sai fare meglio, tentando di scrivere un nuovo ballatone alla Angel. Apprezzo il tentativo fatto con Different. Anche se è un tentativo fallito.

So che se in questo momento leggessi tutto questo scoppieresti a ridere da sopra la montagna di soldi dove sarai sdraiato, dato che quest’ultimo album ha appena debuttato direttamente al numero uno della classifica inglese. Ma ricordati, Robbie, stai vivendo di rendita, e quel mucchio di soldi sono destinati al conto in banca dell’analista di cui sopra, quando ti renderai definitivamente conto che non potrai rincorrere il mito di essere l’idolo dei teenager per sempre.

Ti voglio aiutare Robbie, con un consiglio: in America esistono dei luoghi appositi in cui gli artisti vanno a passare il lungo e gelido autunno della loro carriera. Posti come Las Vegas o Atlantic City, dove le vecchie glorie possono stanziare riproponendo giorno dopo giorno il loro show e i loro classici, per turisti e fan dei tempi d’oro. Ora non dico che anche per te sia già arrivato questo momento, ma io inizierei a informarmi se per caso esista anche in Inghilterra qualche posto del genere. Magari verso Brighton, sul mare, che lo iodio fa anche bene per mantenersi giovani e in salute.

Sinceramente,

La Pedina