È arrivata la prima canzone veramente bella del 2012, quella da dedicare a una bella tipa con un bel paio di calze. È arrivata Backwords e ora ci si sente tutti molto meglio. E l’album in cui è contenuta, Strange Weekend, è altrettanto magnifico in vari altri episodi. E l’artista che l’ha composta, Porcelain Raft, è praticamente un italiano. Alla faccia della fuga degli scienziati all’estero, questa volta ci siamo proprio fatti scappare un artista coi fiocchi.

Ma partiamo dall’inizio: Mauro Remiddi, romano di nascita, migra a Londra una decina d’anni fa e, non potendo andare da nessuna parte con un cognome del genere, diventa Porcelain Raft. L’anno scorso fa uscire Fountain’s Head, un EP bomba, e ora è il turno del primo full lenght.
Strange Weekend è un disco dream pop: un dream pop sentitissimo, meraviglioso che ha tanto i suoi momenti toccanti e struggenti (la già nominata Backwords) quanto i momenti più allegri e, perché no, quasi dancey (Drifting In And Out, Put Me To Sleep); il tutto sempre sospeso in un’atmosfera sognante fatta di echi e riverberi di ampio respiro, di synth e chitarre acustiche e di timide drum machine.

Se il lavoro di un italiano riesce a essere così universale c’è ancora speranza per tutti. Perché di universalità qui si parla: Backwords farà piangere tanto Bush quanto Obama, avrebbe commosso Hitler e commuoverà anche i Maya. Il mondo è salvo grazie a Porcelain Raft.
Strange Weekend è uno di quei dischi che non ci dimenticheremo a fine anno. Dovete solo ascoltarlo.