Ma guarda un po’ chi abbiamo qui, i Pixies, meglio conosciuti come Quelli della canzone di Fight Club/Quelli di Where Is My Mind?, come sono più celebri per l’ascoltatore medio. Strana la carriera dei Pixies, autori di una manciata di album a cavallo degli anni 80 e 90, sempre accolti dalla critica con rara gioia. E nonostante dal 1991 non compongano più nulla di nuovo, la loro fama è solamente cresciuta, sull’onda della riscoperta dell’alternative rock.
Gli ultimi dieci anni dalla fortunata reunion del 2004 li hanno visti protagonisti di una serie di tour e partecipazioni a festival, durante i quali hanno ricevuto, ancora una volta, un entusiasmo dal pubblico quasi incredibile. E finalmente, dopo la deludente notizia dell’abbandono di Kim Deal l’anno scorso, arriviamo a questo Indie Cindy, album-raccolta dei tre EP sparati uno di fila all’altro tra il 2013 e il 2014. Operazione commerciale o sincero bisogno di produrre nuova musica, non è un giudizio che spetti a me. Forse.
La prima canzone, What Goes Boom?, fuga tutti i dubbi di timori di ammorbidimento della band: le chitarre di Joey Santiago e Black Francis sono aggressive quanto una volta, forse anche più graffianti e dinamiche.
Green and Blues mette in mostra il solito talento della band di Boston per le melodie, altrettanto fa la tanto dolce titletrack (non si capisce perchè a metà canzone ci sia un momento di schizofrenia musicale, accelerazioni e distorsioni, ascoltare per credere e vedersi rovinata l’atmosfera davanti agli occhi in pochi secondi) quanto sardonica nel testo. E fin qui la capacità di ricostruire il migliore passato del gruppo funziona quasi bene.
Attenzione ad Another Toe in the Ocean e a Snakes: che cos’è? Sembrano gli Offspring. Aiuto. Bagboy invece, con il suo inizio hip hop/elettronico parte semplicemente male e prosegue perfino peggio: una Walk This Way del nuovo millennio ma molto meno ispirata, fino al cambio di stile shoegazey che vorrebbe salvare capra e cavoli ma che ci riesce soltanto a metà visto che poco dopo si ripiomba nel crossover. Viene da chiedersi chi abbia avuto la malsana idea di lanciare l’imbarazzante Bagboy come singolo.
Un trio di ascolti che lascerà l’amaro in bocca a più di un ascoltatore.
I Pixies più veri, più autentici affiorano con Jaime Bravo, riuscita coabitazione dei loro tipici cori, della voce bizzarra quanto caratteristica di Black Francis, chitarre che ora tintinnano riff perfetti e ora si inseriscono più ruvide, e su Andro Queen.
Il vero dramma, canzoni nate brutte a parte, sembra essere la qualità del songwriting: What Goes Boom? può anche far impallidire decine di rock band attuali per quanta energia scarichi sulle orecchie dell’ascoltatore ma è in realtà una canzone anonima, senza capo nè coda, e la poca ispirazione che la anima finisce per vestire le distorsioni come una maschera. Sarà l’età? Sarà l’assenza di Kim Deal? Sono davvero poche le canzoni che riescano ad impressionare, su questo Indie Cindy.
E forse, a dispetto di quanto scritto sopra, un giudizio molto schietto posso darlo: Indie Cindy è una vile commercialata raccattasoldi. Spiace per i Pixies ma non ne sentivamo veramente il bisogno.
Traccia consigliata: Jaime Bravo.