Marcus Füreder quando suona si fa chiamare Parov Stelar. Lo conoscete? No. Sì. Sentito dire. Gran pezzo. Parov Stelar si sveglia la mattina di un giorno santo qualsiasi, s’affaccia alla finestra e crede di avere una grande idea. “Ora faccio un doppio cd e lo chiamo The Princess”. Ben detto Parov, questo è lo spirito. E BAM, in un modo inspiegabile il doppio cd arriva fino a me, e lo ascolto. Incredibile. E BAM, voi che credete che il passato è passato, che è bene scrollarselo di dosso, che è bene guardare avanti, che è il futuro la nostra unica meta, vi sbagliate; già, semplicemente vi sbagliate. Parov vi dice: “Si beh, non c’è niente di più sicuro che il passato, sappiamo che c’è stato, ci è piaciuto? Non te lo ricordi? Te lo rifaccio io, si si ma a modo mio”. E così scivoliamo nel più bello dei ricordi che gli anni 30, 40, o chessoio, ci possono regalare, ricordi finti, acquisiti, ricordi del televisore; un bel vestito coi brillanti e lo spacco dritto sulla gamba, una donna che tutti pensano non può essere vera, Roger Rabbit che l’accompagna. Trombe, fiati, pianoforti, contrabbassi, batterie, il boogie-woogie della disco-dance. E Parov in cima, ad orchestrare il tutto con le sue macchinette da club, da suburbi periferici. The Pricess è un doppio album si, da una parte suite strumentali, d’ascolto, dall’altra il club con la cassa in quattro e le trombe sopra come tutti ve lo immaginate. In tutti i casi si balla tutto. Se volete fare una bella festicciola a casa vostra approfittando della pianificata assenza dei vostri genitori, The Princess è il vostro disco. Non ascoltatelo neanche, fate direttamente la festa. Mettete su la Part One, rilassatevi, godetevi la serata, entrate nel mood giusto, aprite la porta agli amici, fateli accomodare, prima ancora che si siedano qualcuno avrà già fatto qualche commento sulla bella atmosfera che s’è creata nella stanza, magari dicendo “gran pezzo”. Non si farà in tempo ad arrivare a This Game che un John qualsiasi (Smith è ok) vi griderà da dietro “METTI IL CD 2, LA PART TWO, LA PART TWOEE”. Non l’avesse mai detto, una volta messa la parte due non si torna più indietro. Parte Jimmy’s Gang, si rovescia un tavolo, un vaso, bicchieri in cucina, il tappeto in salotto si chiama ora dance-floor, i drink sono per terra, la forza di gravità non ha mai esplicitato il suo potere così chiaramente, almeno non così, tutto in una volta. Anche Rihanna è per terra, e si sta drogando. Eccetera eccetera, vai pure avanti tu. Il punto? L’abbiamo già fatto ma suona bene, sono 28 tracce ed è lungo, molto lungo, ma a voi chevvenefrega? Fatevi la festa e basta.