Opossom è Kody Nielson, un neozelandese che in live diffonde il messaggio con due certi Bic Runga / Micheal Logie.

Kody Nielson è un figo.
Ha fatto uscire questo debutto nella giusta stagione, è estivo, 60’s, surf, psych e l’artwork è hipster da morire.
Melodie puramente pop alternate a linee di basso a volte davvero sorprendenti (Blue Meanies) e a incastri dal sapore garage (Cola Elixir), con innesti electro dai suoni più smussati completamente alieni alla natura del disco (Electric Hawaii).
La forza dell’album sta nella variegatezza del linguaggio utilizzato, dal vero psych-pop a tentati singoloni, da deliri a là Tame Impala a deliziose frasi di beachboys-iana memoria.
Questi elementi così eterogenei convivono con una certa classe all’interno del disco, talvolta purtroppo a discapito della concretezza dello stesso.
Alcune soluzioni sono acerbe, immature: in Girl la prima strofa rotola benissimo, 60’s da morire, ma lo stacco sul ritornello è inascoltabile, roba da pubblicità della Infostrada.
Why Why proprio non ha tiro, non c’è lo stesso respiro dell’album.
In ogni caso è un debutto ed è apprezzabilissimo, pure riuscito, il tentativo di mettere in scena quest’operetta così variegata e fresca, che pure ha dei picchi creativi notevoli.
La riuscitissima title-track, Outer Space con una batteria e un basso notevolissimi.
Poi Inhaler Song, il vero diamante dell’album: c’è uno stacco a là Flaming Lips nella seconda strofa che mette a cuccia tantissimi produttori elettronici di questo rugginoso 2k12.
Nel complesso un disco con moltissimi lati positivi e qualche pecca, tipica di ogni debutto così promettente.