Oggi come oggi la visione della composizione musicale strettamente legata all’uso di strumenti convenzionali è completamente superata, fatta eccezione per qualche dinosauro o vecchio romantico. Questa convinzione dovrebbe essere condivisa da tutti visto che persino l’uomo di Neanderthal sbattendo due sassi o dei bastoni poteva comporre musica. Ovviamente essendo l’uomo delle caverne abbastanza stupido commetteva degli errori ma voi andate avanti di secoli, sono arrivati i pc e la musica è diventata anche elettronica, e vedrete che questi errori vengono sfruttati nella composizione di un brano. Se unite questo modo di vedere la musica a sonorità e stile solitamente appartenente all’hip hop, et voilà madame et monsieur, le glitch hop.

Quella appena fatta non vuole essere una banalizzazione del genere.Anzi. Nel glitch hop qualunque oggetto capace di produrre suono può benissimo venir usato all’interno di un pezzo. Che siano interferenze tra strumenti, rumori di oggetti, insomma, Tutto. Jason Chung lo sa fare benissimo e lo ha dimostrato già nel lavoro precendente Drift (2009, Alpha Pup Records). Nell’album aveva ripreso molti tratti della vecchia IDM, creando attraverso la sua produzione un vero e proprio tetris musicale, assemblando alla perfezione tutti i suoni che aveva in mente. Per questi motivi Drift era un buon album.

Ora sono passati quasi 4 anni il mondo dell’elettronica sta cambiando faccia velocemente e il fascino delle atmosfere post-dubstep ha colpito tutti. Il nuovo album di Nosaj Thing ha ben poco a che vedere con il precedente. Il tratto d’unione con il primo LP resta l’atmosfera oscura e fredda espressa dalla sua elettronica ma stavolta ritmiche e suoni sono meno nevrotici. Tutto si fa più minimale, l’impressione è quella di certe produzioni di Jamie xx (aspettando il suo LP solista magari) e per alcuni momenti dell’onnipresente Burial, che ha scardinato la storiella dell’elettronica come fredda e senza emozioni. Devo dire che a primo ascolto l’album mi aveva convinto parecchio, sia perché le capacità del ragazzo sono certezze, sia perché magari per un album di questo tipo un ascolto non basta assolutamente.

Ciò che mi ha fatto tentennare sempre più è stato il confronto con il precedente. Anche se in Home buoni pezzi ci sono eccome. Basta ascoltare Eclipse/Blue (primo singolo scelto per la promozione) in cui troviamo Kazu Makino (Blonde Redhead) capace di cullarci nel mondo sonoro creato dal producer. Glue è il pezzo più driftiano dell’album. Inoltre ha convinto poco, almeno personalmente, il featuring con Toro Y Moy, Try. In sostanza l’album mi ha lasciato un po’ dubbioso. Resta da vedere se questo cambio di stile sia dovuto a una ricerca personale per il futuro oppure sia colpa di un momento di disorientamento nel nuovo panorama. Vista i 4 anni di distanza tra gli album, mi aspettavo di più.

Jason quando giocavi a Tetris mi piacevi molto di più.

Tracce consigliate: Eclipse/Blue