Ok siamo nel 2012, certi generi hanno dato ormai tutto, basta col passato, bla bla bla.
Cazzate.
Arrendiamoci al fatto che tutto, tutto oggi sia derivativo senza dire ulteriori spropositi e godiamoci questo quarto d’ora di “DIY folky punk”, come se lo chiamano questi banditi dalla Luna.
I primi due pezzi sono delle bombe: l’accostamento banjo+violinoanticonvenzionale / armonie da cantautorato 00’s / voce rotta funziona da morire.
In “it starts here” si affaccia pure una voce femminile e un raffinato ritornello, sporcato dalla grezza voce e dai deliziosi suoni lo-fi che ci stanno come il cacio sui maccheroni.
Pedestrian: “Oh my life is oh so pedestrian that sometimes i feel like a victim”, e il banjo fa un grandissimo lavoro di rifinitura.
Per quanto l’album sia lo-fi, e l’attitudine imponga certi canoni, la qualità dell’arrangiamento e l’originalità dello stesso è davvero notevole, in tutto l’album e su diversi livelli.
Wishful Thinking, il vero pezzo punk nel cuore e specialmente nel testo, di protesta e di protesta contro il concetto di protesta: “Let’s take these words right off of the street and feel the love beneath our feet, beneath our feet”.
Personalmente l’ho trovato geniale.
Il disco chiude con You and Me, malinconica, ma allo stesso tempo sostenuta: reale. “We never change, we never change”.
La grande forza di queste canzoni, di questo linguaggio è che parlano di realtà: di realtà dal basso, di cose che sono vere.
Pensateci.
Intanto la smetto di dire queste psicostronzate.