Era da qualche mese che non si sentiva parlare di post-rock, e rispetto agli anni scorsi le uscite sembrano decisamente diminuite. Poi, nello stesso giorno, il primo aprile, sono tornati due colossi del genere: da un lato i re del post-rock etereo Explosions in the Sky, dall’altro il sound più disturbante degli ormai veterani Mogwai.

Entrambe le band, tra un progetto e l’altro, si sono divertite a comporre colonne sonore – il genere, in effetti, si piega benissimo alla dimensione cinematografica – ma questa volta i Mogwai hanno deciso di riadattare un lavoro pensato come tale riproponendolo come parte del catalogo ‘ufficiale’ della band: ed è così che Atomic, da colonna sonora per il documentario Atomic: Living in Dread and Promise, diventa a tutti gli effetti un disco. E purtroppo è proprio la sua natura che limita e rende Atomic una OST eccellente, ma un album discreto.

Atomic: Living in Dread and Promise è un documentario sperimentale sull’eredità lasciata dalla bomba atomica a Hiroshima, ed in maniera coerente il quintetto (ora quartetto dopo l’abbandono del chitarrista storico John Cummings) si serve di synth stridenti per creare un sound che non può che essere definito con un aggettivo: post-apocalittico. Fantascientifico, distopico e ‘macchinoso’ (nel senso di metallico, automatico, industriale) sono altre aree semantiche che ben si accompagnano alla costruzione di brani come Ether, Pripyat e U-235; eppure sprazzi di umanità si ritrovano negli archi di Are You a Dancer? e nei più epici crescendo di Tzar, elementi che fanno di Atomic un prodotto della realtà, seppure di una realtà deviata e meccanizzata.

Eppure resta una colonna sonora questo concept album, non va al di là dello spazio che si era ripromesso di riempire nel formato documentario perché, appunto, non poteva rendersi protagonista. Rimane da chiedersi perché i Mogwai di Stuart Braithwaite che nel frattempo è impegnato con il supergruppo Minor Victories  abbiano deciso di aggiungere alla loro discografia un disco che, per i suoi limiti intrinseci, non rende giustizia ad una band i cui prodotti creativi sanno bene come rasentare l’eccellenza; se non fosse sempre stato così  fino ad ora, non saremmo qui a definirli colossi del genere.

Tracce consigliate: Are You a Dancer?, Bitterness Centrifuge