Ti ho capito Martin Creed ti ho capito. Ho capito che tipo sei tu. Ti ho capito, l’ho capito sì. Tu, Martin Creed, tu crei zizzania, dai fastidio, rovini la muscolatura, sei l’acido lattico che ci si forma dentro dopo aver fatto quella sana passeggiata settimanale che ti è stata consigliata da almeno in quattro tra amici e colleghi, e per colleghi intendo amici che lavorano per i fatti loro; sei la muffa sul formaggio, ma non quella muffa che viene elevata a ingrediente prescelto, per intenderci la muffa del gorgonzola amata dai più, sei la muffa che appare senza che nessuno l’abbia menzionata dopo settimane di sosta, del formaggio, nel frigo. Sei l’amore per il colera o come lo chiamate voi.

Si si, ma per capire Martin Creed, l’uomo al quale presti un libro che non rivedrai, occorre fare un passo indietro. Op.
Chi è Martin Creed?
Martin Creed non è un musicista, o meglio, non è unicamente un musicista; diciamo che lui di mestiere fa l’artista contemporaneo. L’artista contemporaneo? E che cos’è? L’artista contemporaneo è quello che fa capire alla società, in cui vive e che vive, tramite le sue idee geniali, che si chiamano arte, che la vita può essere più bella o più brutta di quello che è, dipende. UAO. Si si, ma non basta per capire questo fantomatico Martin Creed, l’uomo che aspetta che l’acqua evapori completamente prima di scolare la pasta che poi ti offrirà; bisogna capire, dato che di gente come lui, nel mondo, ce n’è e ce ne è stata tanta, con quali artisti lui abbia fatto più amicizia, in modo da poter differenziare il suo stile da quello degli altri. Lo stile? E che cos’è? Lo stile è quella cosa che se decidi di passare col rosso e lo fai, forse ti ammazzi o forse no, dipende. UAO.

Si si, ora calmiamoci, è chiaro che non vi posso fare qui un elaborato critico di come Martin Creed, il marines amico degli indiani, si sia inoltrato nel mondo dell’arte, vi darò quindi piccoli spunti, senza motivarveli più di tanto, giusto per darvi un’idea del personaggio.
Martin Creed nasce nel 1968 (nota bene stesso anno di Thom Yorke), generazione quella, di quelli nati attorno al 70, ricca di potenziale inventiva (vedi i Radiohead e la musica elettronica), generazione, quella, che prende alcuni tratti dal passato, riportandoli in una sorta di tabula rasa percepita (da loro) che definisce (sempre da loro) il punto zero della contemporaneità. E Martin Creed cosa fa? E cosa può fare, poveretto, uno che ti parla nell’orecchio in una stanza riempita do solo voi due? Poco. Martin Creed rimane così folgorato dal passato, che c’era così tanta roba bella dice, che proprio non è riuscito ad arrivarci a quella tabula rasa della contemporaneità, se non per momenti e a tratti; è rimasto lì a perfezionare i lavori di altri, aggiungendo pochino pochino, giusto per dire che erano suoi. Vi consiglio di andare a fare un salto nel suo sito se siete un po’ curiosi: www.martincreed.com, li ci troverete una selezione delle sue opere migliori. Vi basti sapere che ha mischiato un po’ di tutto nel corso della sua vita, l’atteggiamento perentoriamente Fluxus, l’uso del neon (che tra l’altro trova un primato di utilizzo tutto italiano con Lucio Fontana), un informale spiccio, una body art decisamente attempata, e ritratti da transavanguardia superata negli ultimi anni della sua carriera, e così via dicendo…

Ma perché Martin Creed crea zizzania? Te lo dico chiaramente perché non ho voglia di essere frainteso e poi ho una certa fretta. Martin Creed crea zizzania facendo questo disco, che tra l’altro non pensare sia il primo, Mind Trap, perché proviene da un luogo che non fa riferimento al mondo della musica (in senso di mercato della musica?) che noi tutti conosciamo, e col quale inevitabilmente cozza, ma si riferisce al suo universo artistico, nel quale, invece, si inserisce perfettamente. Il problema nasce quando questo disco appare sugli scaffali di fianco a Madonna, non fa parte dello stesso universo semantico, mi capite? Questo disco Ti apparirà: rozzo, sconnesso, folle, senza capo né coda, un giro tondo post-rivoluzionario. Un po’ punk un po’ classica.

Traccia consigliata: Mind Trap.

*Non è possibile inserire dischi “simili a” perchè non sarebbe coerente con la recensione presentata.