Buon disco per il cantautore senz’anima e senza costole. Davvero un gran disco pop di matrice punk e influenze stocazzo. Ottime le collaborazioni con Lou Reed dei Pooh, Win Butler dei Tre Allegri Ragazzi Morti e Alan Uzzauto del Club Di Pesca Sportiva Al Marlin (CPSM). L’ultimo disco ci aveva un po’ lasciati perplessi e avevano tanta voglia di approcciarci a questo suo ultimo lavoro, dunque ciancio alle bande e fuoco ai fornelli, si parte. La prima canzone, una ballata minimal wave apre le danze a un interludio di quelli che sembrano indiscutibilmente campionamenti di cazzi in faccia: in questa foresta di suoni cupi e urla strazianti, un substrato di liquido vaginale, di cui il nostro cantautore preferito sembra nutrirsi quotidianamente, fa da supporto a un gran numero di archi travi, le quali, in dissonanza con un adagio di pian terreni, prevalicano il muro di suono creato da un’orchestra di chiavi nglesi. Marilyn sembra essere cambiato, stufo di essere descritto come il maestro satanista per eccellenza, compone un’ode a Padre Pio, il cui ritornello “Oh bro i only wanted a hand job in your hand-hole, but i learned how to love you and i can’t live without hand-hole too, where you gone? Where you gone? ” ti entra in testa e non ti molla più. Il disco continua in un vortice di passione e cristianesimo il cui apice è rappresentato da “Born Villain”, la title track, il cui testo è uno struggente canto d’amore per Lana Del Rey: “Baby I choose Jesus but there’s something you don’t know, i saw your lips and so i choose blow job”. Dunque oltre che rimanere stupito dalla bellezza di questo disco, tiro anche un sospiro di sollievo: è tutto vero, Manson e Del Rey insieme. Coppia del 2k12. Il disco fino a questo punto è un mezzo capolavoro poi boh devo ancora scaricarlo non so.