Sapendo di doverne parlare, ho messo Eternal Atake di Lil Uzi Vert in sottofondo mentre facevo smartuorchi, tanto per farmene una prima parziale idea.

Solo che qualcosa è andato storto, perché man mano che il disco scorreva, la mia produttività calava a picco, fintantoché mi sono dovuto fermare per prendere atto di quanto segue: l’ascolto di questo album mi sta rendendo stupido. Con una rapidità singolare, tra l’altro.

Qualche appunto preliminare, in formato usando la faccia di Lil Uzi Vert stesso per farvi capire la situazione.

Faccia 1: questa, inasprimento più inasprimento meno, ascoltando Baby PlutoLo MeinSilly WatchPopHomecomingYou Better MoveBust MePricesSecure The BoyChrome Heart TagsFutsal ShuffleP2 (quando l’ho sentita non volevo crederci).

Faccia 2: quando c’è parvenza di sonorità un po’ più ricercate, più melodiche, più fluide e complesse, più XO Tour Lif3 insomma (perché diciamolo, Uzi ha fatto anche cose buone).
Dunque, con I’m SorryCelebration StationBigger Than Life, Urgency e con la cosa più figa del disco, ovvero l’incursione dei Backstreet Boys nell’ultima bonus track That Way.

Comunque, Eternal Atake ti istupidisce, tra i vari motivi, perché colpisce una dimensione ora molto sensibile, quella del tempo percepito.

Già non si capisce più che giorno è che anno è (e non siamo Lucio Battisti), poi ci si mette Lil Uzi Vert, che fa uscire dopo alcuni travagli (qua trovate la storia dell’hacking informatico subito) il nuovo album tra i più attesi della scena americana, pensi finalmente di tornare a un presente non più ignoto, e invece no. Invece caccia fuori oltre un’ora di musica che sembra uscita dai primordi della trap statunitense dello scorso decennio, e con essi si confonde in un mucchio indistinto e privo di identità. Ho controllato se magari non era partita per sbaglio qualche riproduzione casuale, che ne so, una qualche playlist di ‘trap for dummies‘, ma no, era proprio il disco nuovo del rapper di Philadelphia.

La stragrande maggioranza di Eternal Atake potrebbe essere un buon lavoro se fosse stato lanciato nel 2015, magari in quegli stessi mesi in cui Future, a partire da DS2, aveva la prima posizione della Billboard 200 assicurata ad ogni nuovo lavoro. Sì, perché il nuovo album di Lil Uzi Vert suona molto simile al Future del biennio ’15-’17, così come le sterminate lines dedicate ai soldi, ai gioielli, alle donne e al lusso sfrenato risultano troppo familiari, per esempio, alle ormai-furono Trap Vibes del suo concittadino Meek Mill o al Fetty Wap pigliatutto di Trap Queen. Il confronto tocca le soglie dell’imbarazzo se il termine di paragone diventa Chief Keef; flow, basi, temi e parole dei testi: l’intero raggio d’azione di Eternal Atake di Lil Uzi Vert è compreso praticamente nella fitta sfilza di lavori che Chief Keef ha rilasciato da Nobody (2015) a oggi.

Tornando a noi. Finito il mio impegno smartuorchi, mi sono messo a scrivere questa – in potenza – recensione, con una scimmia perenne sulla spalla, che mi tormenta ancora adesso. So che una settimana dopo Eternal Atake è uscita quella che mi voglio convincere di reputare solo una semplice versione deluxe dell’album. Ancora adesso la sto definendo così, e ancora adesso la prendo solo di striscio, cercando di deformare la realtà, sebbene è palese che Eternal Atake (Deluxe) – LUV vs. The World 2 sia praticamente un album nuovo, con 14 brani in più, una marea di feat., storie nuove, 40 minuti di musica in più che non voglio ascoltare per non impantanarmi nella confusione che la nuova musica di Lil Uzi Vert già mi ha generato.

Faccia adesso e per altri 15 giorni: