L’ultima volta che ho apprezzato così tanto un’opera con protagonista il mare credo sia stata quando ho letto Moby Dick. È chiaramente un complimento verso Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere che, dopo quattro anni dal gioiellino di Interpretazione dei Sogni, tornano quasi in sordina con un altro album che usa citazioni letterarie per creare un immaginario ispirato ed innovativo.

Alle Onde è, come suggerisce il nome, un album dedicato al mare, alla natura. Non è, però, un’idea pacifica ed idilliaca di questi elementi, quanto piuttosto uno studio che cerca di capirli come forza motrice di un caos che muove, muove, muove le onde e gli uomini, le cose e i rapporti, i racconti, i ricordi. Nell’immaginario delle Sacerdotesse, come nel capolavoro di Melville, c’è un rapporto quasi furioso con gli elementi della natura e quel che è fuori dal controllo umano, qui realizzato con una registrazione per la maggior parte in presa diretta, con una produzione che ne evidenzia l’immediatezza, l’estemporaneità, ma anche la voglia di fare quel che è, a tutti gli effetti, un disco rock, in un clima in cui fare rock non è sempre in voga.

Alle Onde continua ad usare le bellissime chitarre di Interpretazione dei Sogni e Tutto, quelle a metà tra l’emo, lo slowcore e l’indie rock anni ’90, ma alzando il volume, sporcando ancora di più le distorsioni, inasprendo le voci, il tutto permeato da quella presa diretta che è la cosa più vicina ad un concerto live che ho sentito negli ultimi sette mesi: ci sono ancora i Dinosaur Jr. ma qui ci sono anche, sorprendentemente, gli Smashing Pumpkins di Siamese Dream o addirittura di Gish, soprattutto in brani in cui gli assoli di chitarra sono muscolosi e catartici – una colonna portante più che un’aggiunta stilistica – come nelle bellissime Dieci la Fortuna, Veloce Come il Vento e Racconti di Mare e di Costa. I riferimenti culturali e letterari sono poi parte integrante del disco come lo erano in Interpretazione: torna Conrad coi Racconti di Mare e di Costa, c’è la Gita al Faro di Virgina Woolf in Biarritz, c’è chiaramente Shakespeare in Sogno di una Notte di Mezza Estate, ma non sono citazioni stantìe quanto punti di partenza per racconti che prendono vita propria.

Laddove per molte band la terza prova è quella in cui ci si addolcisce un po’, Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere vanno invece nella direzione opposta, con un album che, nelle onde, ci si tuffa di pancia.

Tracce consigliate: Veloce Come il Vento, Racconti di Mare e di Costa