“Back to my roots? Ma si, facciamolo!”.
Ecco cosa deve aver pensato più o meno Kelis Rogers-Jones, per gli amici e noi tutti Kelis, arrivata al suo sesto lavoro in carriera. Dopo la brusca sbandata house/dance di Flesh Tone (che, per carità, è stata recepita bene sia da pubblico che da critica), la nostra bella ragazzona nera torna con anima e corpo nel suo luogo di nascita, ad Harlem, per riappropriarsi quasi del tutto delle radici della black music.

Ebbene si, Food è smaccatamente un ritorno alle origini in grande stile: soul, funk, afrobeat, R’n’B… insomma un viaggio completamente retro, fatto più di musica suonata che di samples. L’incipit della title-track Jerk Ribs vi metterà tutto in chiaro in soli 50 secondi: uno splendido groove di basso, accompagnato da una linea vocale da vera tigre, tablas e percussioni, e l’immancabile sezione fiati che pompa l’intero sound (con Fela Kuti li dietro l’angolo, sia chiaro eh!).
Subito dopo ti accoglie Breakfast, che ti conquista subito, al primo ascolto: soul-pop raffinatissimo, arrangiato alla perfezione. Kelis si sente a suo agio in questo registro vocale, che si incastra benissimo con le sonorità vintage che incontreremo in questo rilassante ed avvolgente salto indietro nel tempo.
E poi, se avete un po’ l’orecchio allenato, vi renderete conto solo dopo i primi 2 pezzi di come la produzione sia di alto livello: merito di un certo Dave Sitek dei Tv On The Radio…vi dice qualcosa? In caso contrario, vi consiglio di recuperare più in fretta che potete.

Le canzoni scorrono praticamente tutte in maniera gradevole e naturale, con piccole gemme sparse. Prendete Friday Fish Fry, e immaginate Kelis che incontra i Fleetwood Mac e da vera nigga del ghetto li amministra tirando fuori uno dei pezzi migliori del’album (quanto sarebbe bello vederla dal vivo?). Vuoi il lentone avvolgente? Floyd sta venendo a prenderti in punta di piedi. Vi aspettano anche la reinterpretazione piacevole di Bless the Telephone di Labi Siffre e il classico singolone che funziona, Rumble, che ti conquista con il suo ritmo, e non riesci a stare fermo con la testa.
La produzione di Sitek non disdegna comunque il fatto di mixare il vecchio con il nuovo: ce lo dimostrano pezzi come Change e la conclusiva Dreamer, in cui ben più moderni beat hip-hop ed elettronici si integrano diligentemente con l’intero mood dell’album.

Dopo 4 anni di assenza, Food rappresenta un lavoro anche al di sopra delle aspettative. L’ulteriore cambio di rotta di Kelis si rivela azzeccato e ben riuscito. Apprezziamo anche la poliedricità di quest’artista, la quale ha capito di non poter stare tutta la vita a fare il vaccone in una tavola calda (dai, lo sappiamo tutti) e ci ha regalato 13 nuove canzoni da goderci in tutto relax. Bentornata.

P.s.: Perchè Food? Ah si, in questi 4 anni di assenza è diventata pure una cuoca professionista. Sì, sei proprio da sposare.

Tracce Consigliate: Jerk Ribs, Rumble