Lo-Fi non vuol dire “fatto male” e se registri col microfono del Canta Tu qualcosa di talmente dissonante da ledere l’udito non è detto che tu sia il nuovo Rob Pollard.
Keel Her ci propone il solito disco Lo-Fi wannabe registrato con la tecnologia del 2014 fingendo che la propria incapacità produttiva sia una dote e non un limite.
Ho smesso di respirare quando ho visto la tracklist con soli DICIOTTO pezzi ed ho inspirato solo dopo essermi accorto che molte tracce duravano un minutino scarso.
Non sapevo ancora quanto fosse lungo un minuto di tortura.
Le diciotto tracce di Keel Her, intrise di citazioni ai primi anni ’90, mi hanno regalato un bel mal di testa e, nonostante qualche pezzo sia un po’ meno doloroso, il disco assomiglia più ai bozzetti di una band alla prima session in sala prove che ad un prodotto finito.

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