Non deve essere facile dare seguito a un album (Love In The Future) che ha venduto 12 milioni di copie e che contiene il più grande successo della propria carriera (All Of Me), ma un artista fuori dal comune come John Legend piuttosto che sedersi sugli allori ha preferito prendersi dei rischi. Avrebbe potuto replicare la stessa formula vincente e non sarebbe stato difficile ottenere più o meno gli stessi risultati, invece l’ormai trentottenne nativo di Springfield ha scelto la strada meno scontata, partendo dalla scelta di affidare la produzione a Blake Mills, che ha scoperto dopo aver ascoltato, amato ed essere stato inspirato da Sound & Color degli Alabama Shakes.
L’obiettivo dietro questo nuovo album era quello fin da subito di essere il più onesto possibile. Vengono trattati temi a lui familiari (l’amore in tutte le sue forme) ma questa volta in un contesto di disordine politico che rispecchia lo stato attuale del suo paese, da qui il titolo Darkness and Light.
I Know Better, brano che apre l’album è una sorta di dichiarazione d’intenti accompagnata solo da pianoforte e organo, due strumenti che si fondono in perfetta armonia con la sua voce, scritto a quattro mani con Will Oldham (Bonnie Prince Billy). Sicuramente l’inizio più forte della sua intera discografia, sia dal punto di vista musicale che tematico, e questo lascia ben sperare per il resto dell’album. La funky Penthouse Floor (tenuta in piedi da un giro di basso untissimo) vede esordire il primo dei tre featuring, qui ad opera di Chance The Rapper: in questo brano raccontano di come quello che succede per le strade viene ignorato fino a quando la situazione non degenera, e dell’opulenza che offusca i veri problemi della gente comune.
In Darkness and Light, brano che dà il titolo all’album, si cambia di nuovo registro. Questo duetto con Brittany Howard degli Alabama Shakes è una slow jam che parla della notte d’amore di due amanti e di come finiscono con il fondersi in una cosa sola, il contrasto delle loro voci nel coro cantato alternandosi l’uno con l’altro è da pelle d’oca , con delle svisate d’organo e una chitarra in coda dalle tinte vagamente jazz a rendere ancora più caldo il sound. Alla quarta canzone – Overload – troviamo il terzo ed ultimo featuring, quello di Miguel. In poco più di 3 minuti troviamo una produzione disegnata su misura: i due artisti descrivono le proprie relazioni e la difficoltà che incontrano essendo sempre sotto l’occhio dei media, vivendole in un’epoca in cui i rapporti vengono spettacolarizzati e la tecnologia finisce con l’opprimere, rimpiangendo i tempi in cui passavano inosservati.
Segue Love Me Now, il primo singolo estratto da Darkness And Light. Un pezzo uptempo che parla del vivere e dell’amare ai massimi livelli, senza pensare a ciò che può portare il domani. What You Do To Me, che vede la partecipazione del chitarrista Matt Sweeney (frontman dei Chavez) si discosta dai precedenti sia dal punto di vista del suono che delle tematiche: è un brano composto da un beat elettronico a tratti sinistro, con degli archi orientaleggianti che fanno da contraltare all’aggressività vocale nel raccontare un rapporto tormentato, dal quale comunque il nostro John sembra trarre giovamento. Surefire è il secondo ed ultimo brano scritto in collaborazione con Will Oldham, in cui parla alla sua amata dicendole di concentrarsi sulla loro relazione ignorando quanto di negativo e brutto c’è all’esterno, perché pur vivendo in un mondo fatto di insicurezze e orrore, di una cosa è sicuro: ad accompagnarlo un contrabbasso su di un beat minimale ma potente, arricchito dalla presenza di una seconda voce e da degli archi che contribuiscono a fornire ulteriore colore alla composizione.
In Right By You (for Luna) si chiede come sarà il mondo in cui vivrà sua figlia quando sarà cresciuta e se, in qualche modo, vivrà la vita seguendo le sue orme, rassicurandola però con la promessa che ci sarà sempre per lei. Una manifestazione d’amore di un padre verso la propria figlia di una dolcezza incredibile, impreziosita da un contorno musicale retrò fatto di archi, piano, organo, e il sax di Kamasi Washington che ti apre il cuore in due per arrivare a toccare le corde più profonde dell’anima (se non vi fa alcun effetto siete morti e non ve ne siete ancora accorti).
Il suono pensato, sviluppato e portato avanti nel corso del disco potrà far storcere il naso ai fan che si aspettavano un album di ballate, e un lavoro di questo tipo non se lo sarebbe aspettato nessuno da lui, perché i dischi precedenti musicalmente sono abbastanza simili fra loro (fatta eccezione per Wake Up!).
Temporary Painless inizia con una sezione d’archi e l’eco della voce di Perfume Genius (che sentiremo anche nel resto della canzone) partecipazione troppo limitata da poterla definire un vero e proprio featuring (infatti è segnalato solo nei credits), e parla della relazione con una sconosciuta e di come passare una notte insieme a lei sia tutto sommato indolore. La successiva How Can I Blame You parla della tentazione del tradimento e di come imparare dagli errori del passato, mentre in Same Old Story e Marching Into The Dark troviamo alla scrittura anche Tobias Jesso Jr.. La prima parla del non volersi rassegnare alla fine di un rapporto, con una potente sezione d’archi e un sottofondo che fonde elettronica e funk per finire con una parte cantata in vocoder, la seconda ed ultima è una composizione funk orchestrale , un brano che parla dell’idea di lotta e di mettere la propria vita in prima linea per una causa importante.
Si chiude così il disco più maturo di John Legend, dove l’oscurità è rappresentata dal periodo buio che vive l’America (e il mondo in generale) e la luce dalla consolazione di potersi rifugiare nell’amore e dalla speranza che le cose possano cambiare. Questo è il primo album in cui John Legend lavora con un unico produttore e la scelta di Blake Mills si è rivelata vincente, perché è riuscito a portarlo fuori dalla propria comfort zone e a spingerlo a usare anche diversamente la propria voce.
Per la realizzazione di questo disco hanno dichiarato di essersi ispirati ad alcuni dei loro album R&B preferiti degli ultimi 50 anni, lavori che avevano sia uno sfondo politico che personale, cosa che hanno cercato di fare a loro volta con Darkness and Light. L’album rappresenta il desiderio di trovare ottimismo, amore e gioia (la luce) in mezzo al dolore e ai conflitti che ci sono al mondo (l’oscurità), e in questo ci sono riusciti perfettamente.
Il risultato finale è un disco bilanciato e per niente scontato, prodotto registrato e suonato con una raffinatezza sempre più rara al giorno d’oggi, nel genere: in assoluto il migliore della carriera di John Legend, e ci si augura che questa nuova direzione intrapresa possa essere sviluppata ulteriormente quando tornerà di nuovo in studio.
Tracce consigliate: Darkness and Light, Overload