Era il lontano 2011 e il termine post-dubstep era stato praticamente appena coniato: l’esordio di James Blake ci aveva tramortito con la sua melanconica bellezza e cominciavano ad afffermarsi nuovi artisti come Sepalcure e i Mount Kimbie. In tutto questo scenario spuntava Mirrorwriting, il buonissimo esordio di Jamie Woon caratterizzato da qualche pezzo da 90 come Ladyluck che faceva ben sperare sul futuro di questa giovane promessa.
C’è solo un piccolo problema: Jamie scompare nel nulla. Non si sa bene cosa stia combinando, e intanto gli anni e le mode passano inesorabilmente, e in maniera sempre più veloce: sarà mica andato in crisi? Ha finito le idee?
No. Semplicemente, come lui stesso ha dichiarato, c’è bisogno di tempo per intraprendere una nuova strada ed esserne convinti del tutto.
Making Time
arriva quindi dopo 4 anni di silenzio e con le prime tre note di basso decide di sciogliere l’ascoltatore. Message è un’apertura incredibile, elegante e smooth e non ci sono dubbi sin dal primo ascolto: l’anima  Soul/R’n’B  ha preso il sopravvento sull’elettronica, che ancora è presente ma decisamente come congregaria.
Mr. Woon include in questa nuova produzione assolutamente impeccabile e pulitissima, accompagnata da suoni caldi pressochè perfetti ma non artificali/articficiosi, anche la componente funk, che cambia nettamente le carte in tavola.In diverse parti di Making Time è proprio il groove a farla da padrone e la vostra testolina, accompagnata dalle vostre chiappette, troveranno diverse difficolta a rimanere ferme.
La nuova formazione è affiatatissima e irresistibile, come dimostrano già alcuni live, e dona una sorte di magia retro/vintage che forse Jamie cercava da tempo.
Il lato A è trascinante e ispiratissimo, e colpisce al primo ascolto: il ballonzolare di Movement è il perfetto crossover tra il cammino musicale del passato di Jamie e la sua nuova propensione verso l’anima black. Il primo singolo Sharpness è un’altra piccola gemma, un invito all’amore in tutti i sensi possibili: è a dir poco seducente e crea un’atmosfera che rimanda al soul più ispirato dei grandi maestri come Marvin Gaye, Bill Withers, Grover Washington Jr. ed affini.
La voce di Mr. Woon è in formissima, ed è forse lo strumento più importante di tutto Making Time: un timbro così personale dedito all R’n’B è una manna dal cielo.
Con Celebration(ft. l’altra voce stupenda di Willy Mason) la qualità non si abbassa per niente, anzi ci troviamo davanti ad uno dei migliori pezzi dell’album: io mi ritrovo cosi’ al quarto pezzo di Making Time già definitivamente sedotto, inerme, completamente stregato dal mutamento di Jamie. Celebration è stata definita da Annie Machottest track in the world“: ogni descrizione in più sarebbe superflua, ok?
Forse sul lato B c’è qualche calo di intensità, ma è solo una questione di ascolti, poiche ci troviamo davanti alla parte più riflessiva. Forgiven è un’altra perla, incalzante in ritmiche ed arrangiamenti, che ci porta alla dolcezza di Little Wonder, che dimostra quanto Jamie Woon abbia sfornato un lavoro assolutamente vario e capace di cambiare mood senza stravolgere gli elementi.
Con Thunder si azzarda ad essere un po’ troppo, quei coretti e cambi tonali non sono proprio cose si che digeriscono,ma te la possiamo perdonare con ciò che ci stai per regalare negli ultimi due brani.
Skin è un pezzo neo-R’n’B che sembra uscito ancora da una session di Mirrorwriting e funziona decisamente alla grande, ma il gran finale è tutto riservato a Dedication, uno dei punti più alti di Making Time: intensa e ipnotizzante, con una coda strumentale che ci accompagna dolcemente alla chiusura di un album che… è già finito?
Come ha fatto a volare via cosi’ velocemente? E soprattutto come ti sei permesso di finire?

Il secondo lavoro di Jamie Woon è un graditissimo ritorno che non segue le mode e non vuole cercare di piacere per forza: è semplicemente un concentrato di belle (e bellissime) canzoni scritte da una delle voci più interessanti ed uniche del panorama musicale odierno. Making Time ha fatto centro eccome, con il suo cuore caldo e l’anima incandescente e lo si riascolta più e più volte senza stancarsi.

Bentornato, e vedi di non sparire più per cosi tanto.

Tracce Consigliate: Celebration, Message