Holy Other, artista di Manchester, musicista inglese dall’identità pseudo nascosta, produttore  di grande bravura, esce con il suo full lenght Held per Triangle Records.

Conoscete Burial? Certo che lo conoscete, non fosse altro che per questa pagina.
Immaginatevi Held come parente alla lontana di Untrue. I parenti alla lontana se li metti uno accanto all’altro non c’entrano un cazzo, magari neanche si conoscono tra di loro, ma ad un’accurata analisi del DNA si scopre la presenza di geni in comune.
Holy Other gioca sulle frequenze di Burial riscrivendo completamente i synth e le atmosfere. Un po’ come se Burial si fosse innamorato, un disco di un romantico e di un triste stucchevole, pieno di synth cavernosi, sampling compulsivo e suoni di incredibile qualità. Anche la downtempo gioca un ruolo fondamentale nello scrivere i confini di Held, dai BPM bassi al repitching, ampiamente sfruttato.
Held è un disco in cui le voci diventano percussioni e i bassi ti avvolgono in un lenzuolo nero morte. Held è un disco profondo. (W)here apre i 35 minuti totali dell’LP e fa intuire fin da subito di cosa stiamo parlando: bassi profondi, voci campionate, repitching ovunque, low pass filter sui campionamenti e su alcune percussioni, pochi ma calibratissimi riverberi e le cose giuste. I momenti più alti del disco sono sicuramente le tracce che vanno da Love Some1 alla title track Held: step lenta, trascinante, a tratti commovente. Filtri e riverberi, malinconia e un lenzuolo. Held è un altro traguardo fondamentale della post dubstep.
Questo disco è un mezzo capolavoro.