Far In è il nuovo album di Roberto Carlos Lange aka Helado Negro, un titolo ispirato da una conversazione in aeroporto con l’artista ed amico Laraaji. Il disco ha un’ anima electro-pop che fluisce leggera come una fresca brezza estiva, nonostante l’album sia stato rilasciato ora, in pieno autunno.
L’impressione che si ha è proprio quella di tirare un sospiro di sollievo, sdraiarsi su un’amaca e prendersi del tempo per centrare nuovamente le idee, le emozioni e la vita. Con calma, senza affrettarsi, ed anche usando la giusta dose di ritmo.

“I don’t like bugging people like that in public spaces, but I did it. And then, as I was telling him what we’d been up to in Berlin, he was like, ‘Oh, wow. Far in.’

What I’ve tried to do—and I think what I’ve always tried to do—is make sure each song is its own world. Far In was the best way for me to describe it, the way for me to talk about how I wanted to express a lot of different places and sounds that I know how to get to, but I maybe haven’t shared before. I had to just look further in.”

-via Apple Music

Lange, americano di origini ecuadoriane, è ormai un uomo adulto che si trova a fare i conti con la vita nella sua più generale accezione, quella vita che ti travolge quando arrivi a toccare i 40 anni e la prospettiva del mondo fa un giro di boa, diventando più piccola.
In un recente post su Instagram l’artista spiega come sia nata la traccia Telescope, penultima traccia dell’album,  e racconta le sue riflessioni sulla maniera in cui le persone comunicano con i loro affetti più cari. Infine si rivolge a colei che ha ispirato la canzone stessa, sua madre “dopo aver scritto questa canzone ho pianto, poi l’ho chiamata. Scusa se non ti ho chiamata abbastanza”.

C’è un certo grado di luce in questo album che è impossibile non notare. Il synth-pop e l’animo latin-folk delle tracce sorridono della malinconia di essere ormai diventati grandi; dal ricordo del suo frutto prediletto durante l’infanzia, La Naranja, alla divertente e spensierata danza di corteggiamento tra due immaginari amanti, Gemini and Leo, che ballano tutta la notte (“Dancing on the floor all night“) attraendosi come magneti.
L’atmosfera che si crea è cosmica e delicata, la chitarra in stile flamenco della traccia pilota Wake Up Tomorrow in collaborazione con l’artista Kacy Hill, la quasi totalità di carattere ambient di Thank You Forever, il palm mute contrapposto ma complementare allo staccato del sassofono in Hometown Dream e, ancora, il cinguettio nascosto degli uccelli in Brown Fluorescence.

Sembra che, al di là del suo nome buffo, Helado Negro si sia riconnesso con quello che tutti sappiamo essere essenziale, ma che spesso ci dimentichiamo: le cose nitide che non hanno bisogno di affanni adolescenziali e che sono aperte ad ogni possibilità.
Allo stesso tempo, però, questo album nasconde un messaggio diverso: sembra che Lange ci inviti a riflettere sulla fine delle cose, della vita, essendo presenti. A fianco di testi giocosi come La Naranja, ispirati ai frutteti della Florida, si accosta infatti un invito ad affrontare oggi, nel presente, la fine del mondo insieme a chi amiamo “Y sé que solo tú y yo (Sé que solo tú y yo)/Podemos salvar el mundo aquí hoy”.
Aguas frías Wind Conversation sono invece ispirate ai disastri ambientali in Texas, un tema ed un luogo molto cari all’artista che ha anche pubblicato, sotto il suo vero nome, un progetto con la visual artist Kristi Sword chiamato Kite Symphony. È bello vedere come la consapevolezza dei drammi sia solida ma che non distrugga le speranze e la pace interiore dell’artista.

Far In non è affatto un disco di silenzio o di immersione musicale alienante e neanche è costruito per catapultarti in altre ultraterrene dimensioni. È, piuttosto, quella colonna sonora che ti aiuta a riflettere senza perderti in voli pindarici senza senso e che ogni tanto ti scuote con delle splendide electro-pop vibes senza mai spaventarti.
L’unico dubbio che resta presente dopo l’ascolto di questo disco cosmico è immaginare come possa apparire un featuring tra Helado Negro ed Antonio Capitani. Forse si direbbe che tra gemelli e leone l’amore suino trova pochi sbocchi mentre il sudombelico latita?
Chissà; ciò che importa è che l’artista si esprima così riguardo a questa sua ultima opera:

“Mi sento più a mio agio che mai nell’esprimermi attraverso la musica. Il suono e la musica sono sempre stati questo per me: è sempre stato quel fantastico posto in cui accedere. È il modo migliore che ho trovato per essere parte di un’idea – di essere presente internamente.”

E noi non possiamo che esserne felici.

Tracce consigliate: Gemini & Leo, La Naranja