Sono passati 4 anni dal primo, ottimo album Days Are Gone, ma in questo periodo le 3 sorelle Haim non sono certo rimaste nel loro Eden losangelino a godersi il successo. Procedendo per ordine, negli ultimi tempi hanno intrapreso il seguente cursus honorum:
- Sono diventate le coriste dei Primal Scream, Glastonbury 2013
- Hanno collaborato con Calvin Harris in Pray to God
- Sono diventate amiche di Taylor Swift, aprendo le date del suo tour
- Hanno fatto un pezzo insieme a Major Lazer
- Hanno realizzato un serie di cover quantomeno curiose, fra cui Wrecking Ball e una canzone di Selena Gomez
Viste queste premesse, e se è vero che spesso gli artisti sono spesso capaci di mischiare tutte le loro esperienze di vita per trasformarle in musica, quello che ci si poteva aspettare era un nuovo album posizionato in una di queste due categorie agli antipodi:
Capolavoro pop totale – Cagata pazzesca.
E invece no: le Haim hanno (forse per fortuna) evitato di fare tesoro dei loro divertimenti e distrazioni degli ultimi anni, per riprendere il loro discorso musicale esattamente da dove erano rimaste con l’ultimo album. Che vuol dire? Soft rock, Folk, un po’ di R’n’b, una riconoscibile grana anni ’70-‘80, delle canzoni fintamente semplici, dall’orecchiabilità a dir poco invidiabile.
Certo, il disco ha alti e bassi, basti pensare all’apertura (nonché primo singolo) Want You Back, dove sembra che Shania Twain sia entrata nel corpo di Este Haim per trascinarci tutti nella dannazione di un concerto in playback in una pacchiana hall di Las Vegas. Per fortuna l’esorcismo è rapido, e il disco si riprende in un crescendo: il picco lo tocca nella sua parte centrale, fra Ready For You, in cui le Haim rendono un tributo più o meno volontario a un’altra band a conduzione familiare (nientemeno che i Jackson 5), la title track Something to Tell You, e You Never Know, dove, insieme a Dev Hynes dei Blood Orange, l’atmosfera diventa decisamente più sensuale.
Se in queste canzoni troviamo il cuore dell’album, non vuol dire che la seconda parte dell’ascolto non riservi momenti interessanti, fra cui alcune sonorità abbastanza inedite per il gruppo: l’urgenza quasi epica di Found It In Silence e Right Now, ne sono i due esempi più notevoli.
Strette fra tentazioni mainstream e le alte aspettative inevitabili dopo un debutto così chiacchierato, le Haim hanno forse fatto la scelta migliore: proseguire su quel genere che hanno dimostrato di saper maneggiare in maniera quasi unica, arricchendolo con qualche nuovo spunto che potrebbe aprire nuovi orizzonti nei prossimi lavori. Sperando che per il prossimo album non ci sia da aspettare così tanto. Singoli con Calvin Harris permettendo.
Tracce consigliate: Ready For You, You Never Knew