Una demo pubblicata su YouTube, la firma con V4V, una cover, un singolo, un tour: è facile rintracciare il percorso che ha portato all’esordio dei GOMMA, band punk/emo/post-hardcore della provincia casertana con cui avevamo già chiacchierato qui. Dopo avere ricevuto un’accoglienza calorosa quanto inusuale per il loro genere con Aprile, l’album di debutto Тоска (Toska) non si è fatto attendere a lungo: nove tracce, tre atti quanti sono gli autori dei testi, un prologo e un epilogo a racchiudere tutta la vita che è compresa tra due istantanee di morte.

Alice Scopre la morte nel gesto di qualcun altro, e questa storia Ilaria Formisano ce la riporta con un tono quasi monocorde scavalcando una chitarra cupa con quello che sembra un richiamo ai Massimo Volume (o anche ai più giovani Nient’Altro che Macerie); ce ne sono altri di questi episodi nel disco, opposti e complementari ai ritmi serrati del finale di Aprile o alla rabbia di Arrendersi e di Тоска. La voce di Ilaria e le influenze math della chitarra di Giovanni Fusco sono le due colonne portanti dei GOMMA, anche queste complementari, perché se da una parte lo scheletro strumentale è maturo, la voce resta spigolosa, volutamente imprecisa e rivoluzionaria nel momento in cui si riappropria della dizione italiana.

I GOMMA sono una band giovanissima, e si sente: lo si sente nei “sei mesi” di Aprile che sembrano un’eternità, nei continui riferimenti all’infanzia (il posto segreto di Elefanti e gli aerei di carta di Alessandro), ma riescono a trasformare quest’acerbità in un punto di forza perché è forte il filo narrativo dell’album. Musicalmente ci sono molti Fine Before You Came e un po’ di Do Nascimiento, ma anche molti Van Pelt e Cap’n Jazz, soprattutto nella chitarra squillante di Le Scarpe di Beethoven e in Тоска, mentre l’impronta più emo la troviamo in Elefanti e nella bellissima Vicolo Spino, che include uno dei passaggi migliori dell’album:

io lo so che hai paura del buio
e ti stringo
ma in realtà lo faccio per me

Quando i GOMMA dicono che “bisognerebbe cominciare a scrivere canzoni in modo politico” parlano proprio di ridare spazio ai contenuti, e uno dei pregi di Toska è proprio che i contenuti incontrano sempre la forma in modo deciso e intransigente, a riprova del fatto che quello di Toska, seppure imperfetto, è il migliore dei mo(n)di possibili dei GOMMA. Difatti, a chiudere quest’imperfetto equilibrio tra le parti, Alice Capisce la morte nel suo gesto personale, e la traccia-specchio del brano di apertura scivola con poesia e aggressività dal math degli And So I Watch You from Afar al punk serrato dei Fucked Up.

I GOMMA lo sanno già: Toska è un disco orgogliosamente acerbo ed un concept ambizioso, e per questi motivi irripetibile. Nell’attesa di scoprire come si evolverà il sound della band campana, noi cuccioli di emo ci sediamo da una parte e ci godiamo l’ascesa di una band e di un genere che – va detto, e pure ripetuto – in Italia facciamo davvero bene.

Tracce consigliate: Vicolo Spino, Arrendersi