La mia chitarra elettrica ha un organo nella manica, gridò Rado a France in un momento di ispirata follia a 1 metro e 35 dal suolo su un palco che era legno e sfregio in primo luogo.
Vedi cosa puoi fare, ribatté l’altro.
Non so cosa posso fare – Tagliale la manica – Non ci riesco, non c’è modo! – Coi denti, coi denti! – Non ce la faccio! – Buttati a terra, buttati a terra!

Per autoproclamarsi ambasciatori del nostro secolo di pace e magia sappiamo che i Foxygen devono essere innanzitutto dei bravi ragazzi e dei mancati genitori, dei sedicenti pessimi musicisti e dei rimasti della fine del secolo scorso.
Il secolo scorso l’hanno apprezzato e grazie alle droghe che usano lo rivivono continuamente ed è solo perché ogni tanto parlano con persone che non vivono nel loro pianerottolo che sanno di essere nel ventunesimo di secolo; chiaro che poi dicono di essere gli ambasciatori del ventunesimo secolo giusto perché non hanno intenzione di vendere il loro cd unicamente ai vicini di casa. Rado voleva nascere nel ’48, France nel ’45.

Fare la musica degli anni ‘60 e ’70 non è cosa nuova, e manco per loro, dato che We Are The 21st Century Ambassadors of Peace & Magic è il loro secondo disco, dove ci trovi le chitarre sporche e i suoni saturi dei Velvet Underground, gli organetti dei Doors, i Rolling Stone e poi di nuovo i Velvet Underground.
Maccerto, se fosse tutto un plagio non varrebbe la pena manco parlarne; i Foxygen ci mettono qualcosa non si può dire no. Ma non so cosa di preciso.
Ci sono dei pezzi, tipo Bowling Trophies, che giuro avrebbero potuto suonare a Woodstock al posto di Cocker o dei Jefferson Airplane, e son sicuro che nessuno avrebbe detto bè.
Ma ammettiamolo, queste canzoni ci piacciono, ci piace quel cantato ai limiti dell’intonato quasi non cantato con falsetti studiati male, ci piace la batteria solo sulla cassa di sinistra con tracce di charlie sulla destra, ci piacciono gli accordi aperti con un leggero crunch, il blues nell’aria, e la voglia di sesso adolescenziale.
Tra l’altro ascoltarsi un concerto dei Rolling Stone oggi è da sfigati, andare a sentire i Foxygen in un rinomato locale di periferia è una trasposizione tout court del ventennio 60-70 nei giorni nostri, ben altra cosa.

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