I Foxhound sono una band italiana composta da quattro ragazzi torinesi che sembrano abbastanza simpatici: si definiscono “quattro ragazzi che hanno diciannove anni, che alla loro età ne hanno trenta” e dicono di essere “quattro musicisti stranieri con cittadinanza italiana.”.

In realtà, di fronte a ciò, la mia primissima reazione era stata questa, ma poi ci ho pensato su e ho deciso che alla fine è una cosa simpatica, soprattutto dopo aver letto ciò che scrivono/si son fatti scrivere di questo disco, e cioè che “I Foxhound ci ricordano soprattutto che si può fare a meno di classificare in categorie di sorta tutto ciò che raggiunge il nostro orecchio.” Ecco, cari Foxhound, su questo mi trovo esattamente d’accordo.
Arriviamo così al disco, Concordia, uscito sotto Inri Records, distribuito da Audioglobe e resistito ai tentativi di naufragio del Comandante Schettino. Oltre alla scheda di presentazione della band, ce n’è una anche per l’album; in realtà, è un elenco di ciò che questo album è o non è.
Composto da nove tracce, Concordia parte con un’intro abbastanza anonima utile ad aprire il disco. Dopo l’intro stavo già pensando di trovare un altro disco da recensire, lo ammetto. Ma nel frattempo stavo cercando le sigarette, quindi è partita la seconda traccia, To change, che mi ha convinto a restare sintonizzato su quei canali. E devo dire di aver fatto assolutamente la scelta giusta. Sono arrivate ottime tracce come Bounce, Movin’ back, Criticize you e Please please you,  che mi hanno fatto davvero apprezzare questo disco. Ho quasi subìto la carica e l’energia sprigionate dal disco, potente ma armonico, chiuso da una traccia praticamente post-rock che ti concede il tempo di fumarti una sigaretta dopo aver ascoltato tutte le ottime canzoni precedenti.
Se dovete comprare un album italiano in questi giorni, lasciate perdere Afterhours e compagni, e sostenete ‘sti ragazzi.