Il 2015 ha già visto il valore di alcune importanti produzioni squisitamente femminili fortemente ridimensionato.

Le Fith Harmony (o 5H per chi non ha voglia di scrivere) sono un girl group figlio dell’X Factor d’Oltreoceano. Sbarazzine, hanno recentemente scompigliato le carte della musica a tema natalizio coverizzando All I Want for Christmas is You, e precedentemente prodotto un EP (Better Together) pubblicato anche in versione acustica, spagnola (Juntos) ed in versione acustica e spagnola (!).

Le premesse per infliggere un’altra coltellata al girl power ci sono tutte.

Ora, come noto, in Italia X-Factor o più in generale i talent show hanno portato solo pestilenza, morte e distruzione. Se siete tra quelli che si sono commossi o hanno avuto un episodio di delirio mistico quando Suor Cristina ha condiviso il suo dono con noi, eccovi un bel video che penso possa venire incontro alle vostre necessità, l’articolo è terminato, il voto è in alto a destra.

http://youtu.be/jp7MGn0_5xw

In America la situazione è lievemente diversa, e tra il mare di talent ogni tanto è emerso qualche artista che se non altro non merita il nostro più totale ed irrevocabile disprezzo, anche se adesso non mi viene in mente nemmeno un esempio, ma qualcuno c’è, aggrappiamoci a questo atto di fede altrimenti andare avanti si fa dura per entrambi.

Premo play su Reflection con la destra, con la sinistra mi tappo la bocca perché prevenire è meglio che pulire il vomito. Eppure l’inizio non è male, ok ci sono cinque sgallettate che cantano impietosamente in coro, ma qualche strombazzata alla Talk Dirty to Me di Jason Derulo e il ritmo battente rinvigorisce in me il primordiale istinto di twerkare. D’altronde se non vi piace Wannabe (auiniuiniuò) delle Spice Girls mentite sapendo di mentire, anche se il paragone più immediato viene da farlo con le Pussycat Dolls, abbastanza orecchiabili, abbastanza fighe (tale Lauren Jauregui è stata in effetti in grado di tormentare il mio sonno e le auguro una carriera ricca di soddisfazioni), ma non abbastanza dominanti da evolversi in Beyoncé, rimanendo comunque degli adorabili Pikachu.

Il trasporto in questa tempesta ormonale dura ahimè il tempo delle prime cinque canzoni, poi le 5H decidono di imitare Mariah Carey in maniera talmente sfacciata da titolare una canzone Like Mariah, con la complicità del rapper Tyga che fa capolino all’inizio con un paio di yo-yo random e poi ci ipnotizza con dei versi in cui millanta di essere il re di qualcosa.
L’effetto Mariah prosegue per altre 3-4 canzoni, poi c’è Body Rock che è tipo le party songs degli ultimi Black Eyed Peas, una cafonata. Ed infine una collaborazione con Meghan Trainor, tristemente nota ai più per la fastidiosa abitudine di interromperci l’ascolto su Spotify cantando del suo culo.

Sui testi non me la sono sentita di indagare oltre il comprensibile (ho comunque captato vari riferimenti a Michelle Obama, Rihanna, Shakira, Madonna, nessun riferimento alla Ginestra di Leopardi) ma immagino siano pregni in ordine di: eros, le cose fighe dell’essere donne toste, tenerezza, Tyga che si proclama re.

Quanta sia la reale farina messa nel sacco di Reflection dalle nostre cinque paladine della giustizia non mi è dato saperlo, ma qualche sospetto ce l’ho. Eppure non riesco a demolire lo sforzo dei luciferini produttori che hanno imbastito tutta questa spietata operazione commerciale, trasformandola comunque in un prodotto tristemente divertente. Il male ha vinto ancora.

Traccia consigliata: BO$$.