Il 29 Agosto Fetty Wap arriva alla numero 8 della Hot Rap Songs chart di Billboard con il singolo Again, diventando il primo artista della storia ad avere i sui primi quattro singoli assoluti nella top 10, dopo essere riuscito a piazzare le hit Trap Queen (che è stata anche prima assoluta per ben tre settimane nonché suo Manifesto), My Way (anch’essa arrivata in cima alla classifica) e 679 rispettivamente alla posizione 2, 3 e 5. Potere del “beat dei bambini drogati”, nato nei laboratori dei più ispirati cuochi di Atlanta dove cocaina e trap andavano a braccetto. Dalla Georgia al New Jersey il passo è breve, il beat ha conquistato Willie Maxwell II a.k.a. Fetty Wap, a cui il rap stava stretto. Già perché Fetty ha messo quattro hit a bruciapelo nella Hot Rap Songs, ma non rappa. Fetty canta, canta un lamento simile ad uno yodel in autotune, ed è già il suo grande marchio di fabbrica.

La trap nell’ultimo anno è diventata un mare talmente florido da attirare anche nomi enormi che a quella scena non appartengono, capace di destare scalpore come nessun altro movimento artistico negli States (vedi il frastuono generatosi attorno dal mixtape di Drake e Future), ed il potenziale di Fetty non passa inosservato: è già circondato da personaggi del calibro di Azealia Banks, dal totem di Atlanta Gucci Mane (entrambi nella opener Trap Queen), e, manco a dirlo, da Drake (presente in My Way). Un kickstarter niente male, da cui poi si dispensa in toto nella realizzazione del suo primo album omonimo, in cui collabora con il solo rapper Monty in ben nove delle venti tracce totali della versione deluxe. Anche i suoi primi quattro successi vengono riproposti scevri delle precedenti collaborazioni, rimanendo tuttavia a buon titolo delle vere e proprie bangers capaci da sole di sostenere il peso di un intero album. La formula è ben chiara: escalation melodiche di ritornelli sotto massicce dosi di autotune della voce strozzata ma potente di Fetty, sostenuta dai ritmi serratissimi tipicamente trap ed alternata ai versi di Monty, che si rivela null’altro che una spalla. La melodicità, a tratti melodrammaticità, è sostenuta anche dalle liriche, intrise di un romanticismo ovviamente fortemente bilanciato da machismo e droga. Tuttavia ci sarebbe altro da mettere in gioco in un’ora e quattro minuti di musica, in quanto alla maggior parte dei restanti pezzi rimane addosso il sapore stantio del filler: ridondanti quanto empi dell’energia del poker che ha portato Fetty a questa eclatante ribalta, seppur con qualche eccezione degna di nota (RGF Island e D.A.M.).

Su chi riesce in un così breve intervallo di tempo a ritagliarsi un’audience così grande aleggia sempre il fantasma dell’artista-meteora, e seppur la stoffa rimane evidente, la scelta di rimanere in toto fedeli a se stessi risulta controproducente. Parlare di artista riciclato suona tuttavia ingiusto nei confronti di un ventiquattrenne che è salito alla ribalta solo un anno fa. Il risultato si rivela una sure bet, una cornice ad un anno che è comunque da incorniciare visti i traguardi raggiunti da Willie Maxwell II nell’arco di questo 2015.

Traccia consigliata: Trap Queen