Ecco a voi (squilli di tromba) il nuovo album dei Fanfarlo. Emozione, applausi, tutti in piedi, ok ora seduti. E silenzio.
I Fanfarlo si formano a Londra nel 2006 e cominciano a sfornare singoli, uno per anno o più fino al 2009, l’anno di Reservoir, primo album della band che li aveva portati un po’ sulla bocca di tutti per tanto tempo. Poi tanto silenzio, scomparsi del tutto, preparavano il terreno al sophomore. E tutti qui ad aspettare lui, Rooms Filled With Lights, il secondo album di Simon Balthazar e compagnia.
Siamo davanti a qualcosa di simile a Reservoir, non c’è stato alcuno stravolgimento rispetto a quel primo album che tanto ci era piaciuto. Ma rispetto a quel primo album c’è qualcosa di diverso, c’è un approccio più meticoloso, intelligente e più completo, più levigato. Siamo davanti 12 tracce che scorrono via in modo piacevole ed omogeneo senza però mai portare alla noia o alla ridondanza. Si sente una certa maturità, non ci si è messi a fare del semplice indie-pop cercando di sfruttare la fama ottenuta fino ad ora. Hanno proseguito sulla loro strada completandosi.
Tutto comincia con Replicate molto bella con i suoi violini che ci cullano tenendo la tensione in modo molto attento, che ci porta a Deconstruction, singolo uscito ad inizio anno, più vibrante, che farebbe bene a tante radio, brano che potrebbe calzare benissimo anche in Reservoir. Lenslife mette a nudo le influenze Talking Heads, parte con le sue percussioni timide ma vivaci per poi sfogare in un fiume di trombe e cori.
Shiny Things ci fa tornare a Reservoir, molto simile a The Walls Are Coming Down, da buon futuro singolo e Tunguska spezza un po’ l’andazzo con il suo essere un po’ romantica e meno giocosa. Everything Turns gira attorno a buone melodie di piano, glockenspiel, strimpellando un po’ qua e là, creando un atmosfera buia che si spezza con un synth accentato e poi prosegue.
Di nuovo allegria con Tightrope, brano che ha un’atmosfera del tutto ariosa, poi Feathers, traccia calda con i battimani e le percussioni che vanno a scandire un ritmo sostenuto ma non troppo. Bones è un brano che dà speranza, parte costruendosi un’atmosfera con un basso continuo, in un crescendo poi di suoni ed armonie.
Dig è synth e cereali e basso e anni ’80, senza dimenticarsi dei violini; A Flood è una sad-song dalle belle parole, una di quelle canzoni per i cuori belli e fragili. Chiude tutto Everything Resolves, niente, praticamente un outro di 38 secondi dove non succede niente.
Abbiamo detto più o meno tutto all’inizio, Rooms Filled With Light è un album che a quanto avrete capito ci è piaciuto, è un album intelligente, il suono è il loro e lo si riconosce, allegro ma che sa essere caldo quando serve.
È un passo avanti per i Fanfarlo, ed è un passo avanti di quelli importanti.