Detto per inciso, stamattina mi sono svegliato così presto che al primo ascolto di Opus 2 nel primo pomeriggio mi sono addormentato. Con questo non voglio dire niente, è un semplice dato di fatto, Tim Gray mi ha fatto addormentare.
E sì, state bene attenti, con Tim Gray, meglio conosciuto come Ethernet, lo spavaldo minimalista dei bassifondi Californiani, è facile entrare in stati di alterazione cerebrale, perdita di memoria, narcolessia postuma.
State attenti per l’amor di dio.
Opus 2 si apre con Monarch un pezzo in quattro con la cassa veloce che batte sui quarti e il tappeto di synth lentissimo che rallenta tutto. La musica ambient.
Poi sopra, infilati con saggia destrezza, accenni di melodia, probabilmente è il pezzo migliore del disco, dico sul serio.
Poi abbiamo Correction che è uguale al pezzo precedente tranne per il fatto che è in sette.
Poi abbiamo Cubed Suns che è un insieme di suoni di areoplani e scarpe strofinate una sopra l’altra, con sopra, come prima, accenni di melodia suonati con sintetizzatori spaziali.
In Dog Star la cassa ricompare in quattro, bella come sempre.
In Dodecahedron oltre alla cassa e agli svariati sinth si aggiungono dei piatti che ti fanno saltare dall’emozione.
Pleroma chiude l’album in modo ambizioso e innovativo.
Detto per inciso, questo disco è un…

Reccomended Track: Monarch