A tre anni di distanza dal loro ultimo lavoro Tomorrow Morning, gli Eels fanno cifra tonda con la pubblicazione di questo Wonderful, Glorious, che, vista la mancanza di tristissime vicissitudini nella recente biografia di Mr. E, (indispensabili a colmare, anche in passato, lo stacco fra lavori belli o insipidi all’interno della loro discografia) ci fa cominciare l’ascolto con qualche titubanza sul fatto che possa essere realmente un lavoro Bellissimo&Glorioso: se il singolo Peach Blossom rilasciato in anteprima ci aveva fatto muovere un pochino i culetti, il suo video ci aveva ulteriormente preoccupati per la situazione emotiva del frontman, che non poteva certo dirsi triste con al seguito quella graziosissima fighetta -e, come l’ascolto fra poco analizzato andrà a confermare, se Mark Everett non sta male, difficilmente dà il meglio di sé con le composizioni. Con Bombs Away, Kinda Fuzzy e Accident Prone il disco si apre in modo abbastanza fiacco: qualche bel riff, atmosfere delicate e intime, anche se ben lontane dai picchi di eccellenza di Beautiful Freak. Dopo la già citata Peach Blossom, onesta ma non eccezionale, arriva On The Ropes, che, chitarra in pulito e voce (sempre bellissima), riprende il mood delle tracce iniziali, facendo trascorrerre 3 minuti e qualcosa di piacevole ascolto, senza però donarci quell’emozione, che, profonda e viscerale, ci faceva apprezzare gli Eels dei grandi lavori passati. Si sente, analogamente a Shootenanny!, la mancanza di un concept, vera forza dei grandi lavori di casa Eels. Turnaround, la traccia successiva, analogamente alle precedenti, cerca, con scarso successo, di farci ricordare le veramente gloriose atmosfere dei capolavori di Mr. E. Poi arriva New Alphabet, altra traccia pubblicata in anteprima, che, più movimentata delle altre, debitrice all’ultimo Tom Waits (quello di Orphans: Brawlers, Brawlers And Bastards), si fa ascoltare piacevolmente. Poi Sick Together, True Original e Open My Present, molto vicine alla sensibilità del già citato Shotenanny!, anche se non comparabili per quanto riguarda l’ispirazione. Dopo altre tre tracce più o meno riuscite, il disco si chiude, senza infamia né lode. Questo Wonderful, Glorious non è un capolavoro: è un disco onesto, con buoni arrangiamenti e dinamiche anche se un po’ carente dal punto di vista strettamente compositivo; un disco nel complesso divertente, che è ciò che  meno potremmo aspettarci (e tantomeno sperare) da un buon disco degli Eels. Anche se la scelta di staccarsi dall’assoluta devozione ai concept album dimostrata con i lavori precedenti suona legittima e comprensibile, non possiamo fare a meno di chiudere questa recensione con una constatazione tanto banale quanto inoppugnabile: Mr. E lavora bene sui concept, scrive da dio e sforna capolavori quando ha “materiale umano”, quando la composizione è una necessità terapeutica più che un esercizio di stile. Wonderful, Glorious non è assolutamente un brutto lavoro, semplicemente non è quello che ci aspettiamo da una band che ha saputo in passato farci commuovere con tanta candida sincerità e semplice profondità. All’ascolto di questo disco manca il vero fattore Eels: se da un lato può farci tanto piacere che il buon Mark stia meglio che in passato e non abbia altri traumi privati da smaltire, dall’altro abbiamo con questo lavoro la conferma che, quella forma di songwriting magica e commovente, strettamente legata alle disgrazie verificatesi nell’esistenza del suo fautore, non possa assolutamente ripetersi in circostanze -fortunatamente per lui- assolutamente mutate.

Caro Mr. E, a me fa piacere che stia bene. Però ora corro a riascoltare Electo-Shock Blues.

Tracce consigliate: Peach Blossom