Nessun giro di parole, sarò schietto, proprio come loro: i Cloud Nothings tornano col botto.
Here And Nowhere Else si presenta come la naturale prosecuzione (le due coverart sono già un indizio) del cammino iniziato con Attack On Memory, vera e propria svolta nella carriera di Dylan Baldi – e compagni.

Nell’album precedente vi era una netta contrapposizione tra il surf e le melodie cathcy più legate agli esordi (Stay Useless, Fall In) e gli episodi smaccatamente nichilisti e annichilenti (la coda di Wasted Days, No Sentiments). Il disco era però uniformato da un sound omogeneo, giostrato in regia da Steve Albini, e dal cantato di Baldi sempre in bilico tra gli anni 90 e lo scream, ora incazzato ora quasi supplichevole.
Il compito di anticipare il nuovo lavoro è stato affidato qualche tempo fa ad I’m Not Part Of Me e Psychic Trauma, che bene riassumono la situazione attuale di una delle band più influenti del movimento emo/punk-revival, ogni giorno sempre più ricco di novità retromanie. Linee melodiche collegiali suonate veloci, con un livello di distorsione che farebbe tremare i muri di qualsiasi liceo, di qualsiasi garage, di qualsiasi cameretta; cambi di ritmo schizofrenici, batteria tirata ai limiti dell’umano e basso rigorosamente suonato col plettro. Cantato incisivo, insistente, incalzante; hook che si ripetono sino allo sfinimento, da urlare a gola squarciata, sudati all’inverosimile: singalong per volersi bene e mandare affanculo chi ci vuole male.
Le grida sono schermo opaco delle sofferenze, pessimistica catarsi, fugace palliativo di dolori permanenti. Baldi grida il suo strazio e le sue angosce con sincerità. Ogni traccia è suonata e cantata come se a farlo fosse un quindicenne in garage, con una chitarra e un amplificatore da quattro soldi.
È per questo motivo che in una recensione dei Cloud Nothings si potrebbero elencare decine e decine di influenze ma non lo si fa, perché si è di fronte a una identità artistica ormai matura e solida che non ha nemmeno più bisogno di Albini alla produzione.
In Here And Nowhere Else emerge la consapevolezza dei propri mezzi. A differenza del “disequilibrio” del precedente Attack On Memory, queste otto tracce viaggiano tutte veloci come un dritto alla bocca dello stomaco. L’intensità cala solo un istante, come è giusto che sia, nella transizione tra i due diversi “movimenti” di quella perla che è Pattern Walks. Per il resto si vola tanto sulle più melodiche Now Hear In, Quiter Today e I’m Not Part Of Me quanto sulle grida di Just See Fear e No Thoughts, passando per le schizofrenie di Psychic Trauma e Giving Into Seeing sino ai 7 fantastici minuti della già citata Pattern Walks.

Here And Nowhere Else è un concentrato di melodie, sentimento, sincerità, violenza.
Una scheggia di poco più di mezzora che vi perforerà l’udito e il cuore.

Tracce consigliate: Pattern Walks, I’m Not Part Of Me, Now Hear In.