Christopher Owens che abbandona i Girls è stata una delle più brutte news dello scorso anno, dal momento che sanciva il declino per una band estremamente talentuosa che aveva in CO un frontman, musicista e cantante di tutto rispetto.
Facile immaginare che la mossa successiva di Cristianuccio sarebbe stata quella di lanciarsi in un album solista, mentre volontà di tutti, credo, era saggiarne le capacità di composizione al di fuori dell’universo Girls.

Lysandre stupisce, non sempre in positivo sotto molti punti di vista: è una sorta di concept autobiografico, racconta di un preciso periodo della vita dell’artista, dal 2008 al 2012, in uno schema geografico preciso tra San Francisco, NYC e Costa Azzurra. Come se non bastasse tutto il disco si basa su un tema principale, un fraseggio in scala maggiore che in un modo o nell’altro è presente in ogni traccia, al punto che ogni canzone gira sulla stessa scala, finemente riarrangiata da Chris e strumentisti per tutta la durata di Lysandre.

Concretamente però c’è qualcosa che non va, dei Girls c’è veramente poco, ma la mancanza dello stesso stile compositivo della band è compensato da musica quasi del tutto trascurabile, tranne che nel punto più alto del disco costituito dalla tripletta: New York City, A Broken Heart e Here We Go Again. In questo crescendo, apice del climax emozionale che inizia e finisce troppo presto, sentiamo Chris Owens in tutta la sua eccentricità e la sua drammaticità: A Broken Heart, argomento ricorrente nelle liriche di CO evidentemente, ricorda tantissimo l’importanza emotiva dei Girls e strappa una mezza lacrimuccia.

Nel complesso un disco sufficiente, ma poco di più. Peccato.

Tracce consigliate: A Broken Heart