Young Hunger è il debut album di Chad Valley, all’anagrafe Hugo Manuel, iscritto all’università di Bristol e residente ad Oxford.

Messi da parte i dettagli biografici, possiamo spostare l’attenzione sul disco in questione.
Composto da undici tracce, l’album dura circa tre quarti d’ora e presenta collaborazioni davvero eccellenti: Twin Shadow, TEED Jack Goldstein, solo per citarne alcune.
Proprio la prima traccia, I owe you this, è quella realizzata col nostro amato Twin Shadow. Buon pezzo, molto orecchiabile e synth usati a dovere, con freschezza e col giusto dinamismo.
Comincia, così, una sorta di giro sulle montagne russe. Dopo i buoni livelli toccati da questa, ci tocca ascoltare Tell all your friends, in cui è impossibile non notare influenze del peggior pop anni ’90.
Ma il nostro eroe si riprende subito, e alla grande, con Fall 4 U, realizzata in collaborazione con Glasser: ottime sonorità, beat caldi e incalzanti ti costringono a muoverti, risulta davvero difficili restar fermi, non ondeggiare almeno la testa o battere i piedi a tempo.
È arrivato il momento di My Girl, che vede la partecipazione di Goldstein. Trionfo del balearic pop (adotto un termine scelto e utilizzato prima di me da altri), sembra quasi di veder comparire la donnina con la gonnellina e la corona di fiori al collo, che balla sotto ad una palma con un braccio intorno alla vita di Chad che canta. Per inciso, il testo di questa canzone è veramente l’apoteosi della banalità, secondo me, richiama alla mente testi à la Take  That, ma musicalmente è un pezzo che funziona, anche qui vien voglia di trasferirsi immediatamente a Minorca con scarpe adatte alla dancehall.
L’entusiasmo balearico vien subito tramortito, distrutto da Evening surrender (ft. El Perro del Mar), quasi orientaleggiante e davvero fuori contesto in un disco del genere. Ammazza il ritmo e l’atmosfera creati dalle tracce finora ascoltate; forse si tratta di una pausa voluta, per far rifiatare l’ascoltatore, ma proprio non convince.
L’Interlude ci riscalda di nuovo, giusto in tempo per Up&down, in cui il ritmo non cala davvero mai: Chad è perdonato per Evening surrender, la colpa sarà stata di El Perro del Mar, non ci sono assolutamente dubbi.
La title track, valida, fa chiaramente e immediatamente pensare agli anni ’80, in cui tutti erano belli e felici. L’album si chiude con le ultime tre tracce, tra cui naturalmente spicca My life is complete, e la mano di TEED si sente, si riconosce immediatamente e senza alcun dubbio; è un brano di ottima qualità, dà proprio spessore all’album.
In definitiva, è un buon esordio per Chad Valley; un esordio valido, fresco e piacevole che non sorprende, considerato quanto di buono il produttore ci aveva già fatto sentire.
Forse un po’ acerbo e ingenuamente un po’ approssimativo in alcuni punti, ma siamo sicurissimi che saprà colmare a dovere queste lacune.