297a1204Etichetta: Modular
Anno: 2014

Simile a:
Animal Collective – Merriweather Post Pavillion
Passion Pit – Gossamer
The Tough Alliance – A New Chanche 

Diverse ere geologico-musicali ci separano dal 2006, anno in cui Eric Berglund, al tempo in compagnia di Henning Fürst, si era affacciato sulle scene con i suoi Tough Alliance, un piccolo gioiello rimasto relativamente nell’ombra, incasellabile tra i capostipiti dell’indie-dance, genere interessante purtroppo funestato dal terribile nome usato per definirlo.

Una volta abbandonato il suo compagno, Eric ha continuato da solo la sua avventura musicale fondando nel 2010 il progetto ceo (al tempo tutto minuscolo). Ma nel frattempo qualcosa (chiamiamolo processo di maturazione) dev’essere successo nella sua vita, perché già in White Magic di fianco alle canzoni allegre, solari e sostanzialmente innocue (nella musica, un po’ meno nei testi) tipiche dei Tough Alliance, si notavano screziature più oniriche, a volte cupe, come se il suo piccolo fanciullo interiore si fosse inoltrato un po’ troppo in un bosco sconosciuto, non pericoloso ma a tratti straniante.

Quattro anni dopo, quel fanciullo deve ormai vivere stabilmente in quel bosco, lo conosce bene e conosce le sue strane creature, ci si muove dentro perfettamente a suo agio senza avere  alcuna intenzione di uscirne. Gli ha dato anche un nome: Wonderland.

Camminando con lui lungo i sentieri di questo luogo si incontra Whorehouse, sospesa a metà fra il jingle di una pubblicità e un pezzo degli Animal Collective, si finisce in un sogno lisergico popolato di bambini selvaggi e gufi, in Mirage, si incontra Gabry Ponte, capitato qui per prestare un suo giro di synth per Wonderland (ndr: il fatto narrato potrebbe non essersi effettivamente verificato), salvo poi essere rapito e costretto a nutrirsi di confettini colorati e zuccherosi ascoltando in loop Merriweather Post Pavillion, ci si imbatte in un gruppo di folletti fatti di anfetamine e travestiti da Air France, in Ultrakaos, e alla fine, sopraffatti, ci si inoltra in territori che sfiorano il mistico, con Omg.

È un viaggio piacevole, colorato e a tratti sorprendente, ma purtroppo è un viaggio che dura poco, 34 minuti e sei fuori, anche meno se consideriamo che un paio di pezzi (In a Bubble On a Stream e Juju) sono poco più che spazi di transizione fra un luogo e un altro di questo strano territorio. Così, voltandosi indietro, viene da pensare che se CEO (oggi tutto maiuscolo) ci avesse ammesso per più tempo nei confini del  suo regno, forse il viaggio non sarebbe stato solo piacevole, ma indimenticabile. Ma intanto io sono già in fila per fare un altro giro.

Reccomended Tracks: WhorehouseMirage