Tutti pazzi per Cardi. Nell’arco di un anno non si è sentito pronunciare altro nome che quello della stella esplosiva del South Bronx, compagna di Offset e debordante miscela di eccessi e talento.

La fenomenologia di Cardi B va osservata nelle sue fasi di nascita, crescita e successo: da biografia, Belcalis Almanzar si rende nota su Instagram per la propria personalità senza filtro e in quanto membro fisso del cast del reality di VH1 Love & Hip Hop: New York, incentrato sulla quotidianità di alcuni personaggi della scena musicale locale. Il suo pseudonimo lo sceglie a partire dal soprannome dedicatole dall’adorata sorella, Hennessy Carolina, battezzata come il cognac preferito dal padre, presentatosi ubriaco in sala parto. Bacardi, da cui Bacardi B o Cardi B, da cui ancora Bartier Cardi (titolo di uno dei suoi recenti singoli), alludendo al celebre brand di gioielleria francese Cartier. Non fa mistero del ricorso alla chirurgia estetica, anche illegale, per modellare le proprie forme a somiglianza di quelle delle spogliarelliste dello strip club in cui si esibisce per sostenersi economicamente e fuggire la tragicità delle gang, della povertà di quartiere e degli abusi domestici sofferti.

Cardi B, essenzialmente, si disinteressa di critiche e detrattori consapevole di un obiettivo delineato – sfondare nel panorama rap e hip hop mondiale. Importa quale professione svolgesse prima di diventare un’icona, a conti fatti? Può considerarsi un dato rilevante nella sua formazione artistica l’aver mosso i primi passi fra le corsie di un supermercato, sino a divenire il centro d’attenzione dell’ultimo Met Gala al fianco di Jeremy Scott? No, perché saggezza popolare insegna che non importa da dove vieni, quel che conta è dove stai andando. Al netto delle accuse di chi sostenga che i suoi testi siano opera di un ghostwriter (Azealia Banks, se ci sei batti un colpo),  o di coloro che ne giustificano l’adorazione planetaria attribuendola a favori sessuali prestati, emerge un’artista carismatica e spumeggiante, divertente nella sua genuina esuberanza e, prima di tutto, una giovane donna libera di condurre la propria esistenza come meglio crede.

È la donna dei record: Bodak Yellow diventa la hit delle hit, salita al numero uno della Billboard Hot 100, incoronandola seconda donna nell’universo rap – dopo Lauryn Hill nel 1998 – a raggiungere la vetta con un solo singolo. Piovono dischi di platino, raccoglie la simpatia dei suoi idoli conservandosi umile (memorabile il momento in cui incontra Rihanna al Coachella di quest’anno, iperventilazione e choc ripresi in diretta video). Collabora con Nicki Minaj, Migos, Bruno Mars (nel remix della sua Finesse), Chance The Rapper; Offset le chiede la mano sul palco di un live a Philadelphia regalandole un anello grosso quanto una palla da golf, cui segue la rivelazione della gravidanza in corso durante una commovente performance al Saturday Night Live, a riflettori sapientemente calati sull’evidente baby bump. Tiene vive le radici sud-americane e si mostra al naturale sugli account social, sino a divenire l’idolo di Bernie Sanders sfoggiando una sorprendente conoscenza delle politiche di previdenza sociale statunitensi.

Invasion of Privacy è un album di debutto che, paradossalmente, chiude un cerchio rodato, collezione di tracce famosissime e già ultra trasmesse in radio, tv e navicelle spaziali: si presenta come narrazione di una storia, introdotto dalle linee biografiche di Get Up 10 sulla realtà del ghetto, del venirne fuori e del farsi largo a gomiti alti nel rap game. Procede nel sound contaminando trap e vibe latino, alternando un flow veloce come un missile (Drip, Money Bag), ad una sensualità iper femminile proveniente da meridiani tropicali – si consideri la balearica Be Careful, in cui la Beyoncé di Lemonade è emulata puntando il dito contro l’infedeltà di un compagno fedifrago, o il featuring con J Balvin in I Like It, perfetto sfondo di un margarita bevuto sotto il cielo di Porto Rico. Cardi B è un’autrice e un’interprete: per quanto caricaturale possa apparire, il suo non è un ruolo inventato ad arte. La sua stessa essenza l’ha resa personaggio inconfondibile, non è Cardi B ad immedesimarsi in un alter ego, ma la sua personalità ad essere tanto dominante da essere diventata immagine, voce e fisicità. Ha composto un disco che si regge sulla produzione di 25 fra i migliori beatmaker in circolazione, sull’intervento di svariati nomi noti (SZA, 21 Savage), e, soprattutto, sulla sua anima, 26enne convinta di un sogno tanto straordinario, da esserne sorpresa in prima persona.

Se Cardi B piace a tutti, è per la sua autentica veracità: pane al pane, donna prima di tutto, è una diva senza sforzo di esserlo, mettendo al primo posto se stessa e le sue ambizioni oltre la discografia, il testosterone e il machismo – vano – di affondarla perché scintillante.

Tracce consigliate: Money Bag, I Like It, Drip.