Mah.
Io non so se avete mai ascoltato De Gregori o Bennato. Sì? Mah… non so che dire… De André, Battiato, li avete ascoltati? Ah sì? Ah, però… bravi. Grandi. Ma, scusate un attimo, frenate l’entusiasmo, fatemi capire, fatemi capire meglio: se io tutta questa gente l’ho già ascoltata, perché diamine dovrei ascoltarmi oggi Brunori Sas? Tra l’altro, a casa, io ce li ho i dischi dei bravi cantautori, in caso venissi preso da un attacco di nostalgia ascolterei quelli, no? Come dici scusa? Brunori è un cantautore dei giorni nostri, un contemporaneo? Come? Parla dei problemi di tutti con quel fare che quando vai sul motorino col vento in faccia e l’iPhone? Eh, non ho capito. E poi, scusami, anche quel tipo che sta tutto il giorno con la sigaretta giù al baretto parla dei giorni nostri, e mica ha fatto un disco.
Ora, vediamo di capirci, chi è Brunori? Chi è? Un rivisitatore dei tempi andati? Un riformista? Un reazionario? Da dove viene? Che ruolo ha? Chi è? Ma, Brunori, lo sai che Bennato e De Gregori sono ancora vivi, sì? E che se le scrivono tuttora da soli le canzoni, sai?
E togliamoci dalla testa quella storia che i cantautori sono tutti uguali perché non mi pare proprio che De Gregori cantasse come De André e viceversa.
E dai Brunori, lo stile va rinnovato, non fare l’artigiano!

Brunori, te lo dico da amico,
ma che te ne frega? Prenditi tutto e fatti un’identità tua, fatti una canzone tua; senti a me, fatti un accordo tuo, fatti una chitarra tua, fatti una band tua; ma che te ne frega?
Brunori, te lo dico da cantautore,
fatti i cazzi tuoi.

Tracce consigliate: Kurt Cobain.

vittoria