Metto su Tempest dei Broken Water.

Parte Drown.
Controllo che il disco non sia dei Sonic Youth.
No è dei Broken Water.
Continuo l’ascolto.
Parte Coming Down.
Impreco a gran voce.
Sputo per terra con fare piratesco.
Controllo che il disco non sia dei Sonic Youth.
Il disco non è dei Sonic Youth.

Il disco è Tempest dei Broken Water, terzetto americano che al secondo album è riuscito a cavare un contrattino alla Sub Pop. Biograficamente non so altro di loro, ma posso immaginare che il maschio sia alla chitarra e che gli piacciano molto (anche sessualmente, credo) Thurston Moore e Lee Ranaldo, e che la femmina sia al basso e che le piacciano molto (anche sessualmente, spero) Kim Gordon e Nico. E il batterista sono sicuro sia un ciccione a cui piace il metal ma ormai era lì e se l’è fatta andar bene.
Tempest è un dischetto dalla produzione iper-lo-fi che si limita a scimmiottare i Sonic Youth con un timido spirito shoegaze, ma che non manca di affondare le mani in un po’ tutto l’alternative rock rumoroso degli anni Novanta, grunge incluso (la conclusiva When You Said, per capirci).

Parte bene (sembra davvero un disco dei Sonic Youth nei primi momenti, ma non uno dei più belli), ma poi cala un po’, finendo per riciclare se stesso, con una chitarra distorta sempre uguale, che diventa ancora più distorta quando il chitarrista decide che e il momento di spaccare, e con una bassista che vuole essere Kim Gordon a tutti i costi, salvo quando prende troppa droga e sente di voler provare a imitare la Nico del bananone dei Velvet Underground.
Se sembra strano che, malgrado l’evidente stato di metagazing (gazing allo shoegazing) del chitarrista, non ci siano citazioni palesi all’imperator Kevin Shields, basta aspettare la penultima canzone, Chantal, in cui l’utilizzo della leva della Jazzmaster è proprio sputato ai glider di papà Shields, ma tremendamente meno stracciamutande.

Tutto sommato è un dischetto carino, ma niente di nuovo sotto il sole, un po’ come sempre (ma mai così tanto). Nessuna canzone brutta, ma nessuna canzone veramente bella. Le migliori, comunque: Some Thread To Connect, River Under The River e soprattutto Drown e Coming Down, direttamente dalla Nazione Daydream. Ma se i Sonic Youth non vi piacciono non perdeteci neanche tempo.
E se i Sonic Youth non vi piacciono siete delle persone di merda.