«Qualcosa di vago, poco definibile, impalpabile che sembra appartenere al cielo.» Questa è la breve definizione di “etereo” nel primo dizionario che mi è capitato tra le mani. Untogether ha tutte queste caratteristiche. L’anno scorso noi di Deer Waves dicemmo nella recensione dell’album di Grimes: “se il 2012 avesse un suono sarebbe quello di Grimes”. Quel suono, a cui non si riusciva a dare una spiegazione, ha consentito alla canadese Claire di rivoluzionare il concetto di pop moderno.

Invece oggi, nel 2013, questo duo di Montreal (proprio come Grimes e anche sulla stessa etichetta) offre un album spiazzante per l’atmosfera che riesce a creare. La sensazione è quella di un distacco totale dalla realtà che vi circonda, i Blue Hawaii vi mettono a disposizione una bellissima bolla di sapone in cui passare i prossimi minuti. Se nella composizione di Visions, Claire Boucher rivelò di aver passato mesi all’interno della sua cameretta al buio, l’unica risposta che so dare riguardo ai suoni di quest’album è che l’abbiano composto sulle nuvole. Non sulla terra, non su questo pianeta. Se vi mettete all’ascolto di quest’album  vi verrà automatico dare ragione a quel pelato di Enrico Ruggieri e a tutto il suo staff. GLI ALIENI SONO TRA NOI.

Il 2012 è stato un anno di album fantastici appartenenti alla categoria extraterrestre. Un nome: Julia Holter. Ekstasis è un viaggio assurdo, un ritorno all’infanzia, non è un album.

Per dare maggiore credibilità a Agor & Raph (i loro stage-names), analizziamo qualche brano. Follow è l’avviso a tutti i passeggeri che il volo per le loro isole Hawaii di un altro pianeta sta per partire, la mente viene disorientata dalle varie voci che si chiamano e rispondono a creare un coro celestiale. Un arpeggio synth si adagia sulla voce di questa ragazza incredibile giocando con echi e riverberi. Non mancano nel pezzo vocal samples stravolti come abbiamo sentito in abbondanza in Shrines dei Purity Ring, altra rivelazione dello scorso anno.

Se Try To Be è la ballata acustica 2.0, la doppietta In Two / In Two II mi ha fatto credere di essere morto e di poter vedere San Pietro da un momento all’altro. Un aiuto nella comprensione del brano la potete solo avere nel caso abbiate ascoltato brani come Nightmusic o i divertissment musicali in Halfaxa (entrambe creazioni di Grimes). Tra bassi che ti risucchiano il cervello e vocalizzi indescrivibili per la loro bellezza, la seconda parte di quest’apice (In Two II) da l’idea di come potrebbe suonare un club su Marte o simili. Brani come Sierra Lift rivelano le indubbie influenze che Claire Boucher ha avuto su questi ragazzi.

Si potrebbe dire che il debut dei Blue Hawaii sia una copia dello stile di Grimes. Niente di più sbagliato. Con Grimes potrebbe anche venirvi voglia di ballare, con i Blue Hawaii potete solamente restare attoniti per l’esperienza che vi stanno regalando, il massimo del movimento che riuscirete a fare sarà cadere dalla sedia su cui siete seduti.

Tutta questa mia sorpresa nei confronti di Untogether è dovuta anche al fatto che una band pressoché sconosciuta (poco più di 1k like sulla loro pagina facebook) sia riuscita a produrre un capolavoro del genere. La magia che hanno creato sarà forse dovuta anche al fatto che il duo oltre che unito nella musica lo è anche nella vita, essendo fidanzati (qui una foto durante un live). Il loro progetto è iniziato poco dopo essersi conosciuti, il loro viaggio in Centro-America, tra Guatemala e Belize aveva prodotto l’EP Blooming Summer (2010).

Se le premesse sono questi ragazzi facciamo delle collette per i loro prossimi viaggi.

Tracce consigliate: In Two / In Two II