Descrivere un cammino durato cinque anni, le esperienze vissute in questo lasso di tempo, l’avvento della maturità e le prime, vere, relazioni amorose durante la propria gioventù, è un compito che richiede un certo impegno. Quel lasso di tempo che intercorre i propri 16-21 anni è un periodo nel quale qualunque evento accada sarà oggetto di formazione per una persona. Sapersi raccontare in chiaro modo, sotto una luce adulta, è ciò che i tre ventunenni del sud Inghilterra son sempre riusciti a fare. Già dai primi brani, pubblicati nel 2012/2013, si percepivano massime del tutto inaspettate da ragazzi di soli sedici anni. Thomas Mann diceva che “l’uomo non educato dal dolore rimane sempre bambino” ed è proprio quella certa mestizia contenuta nei testi e il nervosismo delle melodie ad aver formato il suono dei Blaenavon, dichiarandoli in principio maturi e allontanandoli dalla spensieratezza dei loro coetanei.

I diversi singoli pubblicati con il passare del tempo non sono mai stati fermi su di un solo genere. Il primo ep, Koso, è come le rive della costa est Inglese in inverno, malinconico, aggressivo e assolutamente atro. In Miss World ep rimane l’aggressività ma le atmosfere si fanno più sognanti, ci si volge verso un suono più completo ed una sperimentazione. Nel 2016 esce poi Let’s Pray che dirigerà la band verso un rasserenante indie-rock, con unica eccezione, l’esagitata I Will Be The World. Da qui, i singoli che anticiperanno l’album (My Bark Is Your Bite, Orthodox Man e Lonely Side) varieranno verso melodie sempre più leggere, tendenti al canticchiabile.
Durante la nostra intervista con la band, i ragazzi hanno confermato come la loro crescita abbia influenzato il loro stesso suono, portandoli a cambiare in continuazione il modo di lavorare alla propria musica. That’s Your Lot è infatti questo: 5 anni di suoni contenuti in 57 minuti, durante i quali il gruppo porta alla luce il meglio dei generi sperimentati.
Le prime sei tracce del disco appartengono alle sonorità pop-melodico provate ultimamente, quattro su sei (Let’s Pray, Orthodox Man, My Bark Is Your Bite Lonely Side) sono infatti singoli pubblicati prima dell’uscita del disco. Con enorme calma e sicurezza sonora, una Take Care apre le porte all’ascolto del disco, ricordando vagamente i Wild Beasts per via della aerea sinfonia di tastiere. Opposto è invece il cantato che si presenta nel suo fare tremante, tanto caratteristico per la band, questa volta in tonalità più alta rispetto a sempre. Segue Let’s Pray, traccia che rimanda agli Smiths di The Queen Is Dead a causa della mite melodia delle sue chitarre e la melanconica atmosfera. Stessa cosa accade con Orthodox Man. Tutto è pacificamente al proprio posto, non si percepiscono massime se non un innalzamento verso la fine del brano che si aggiudica essere il più vezzoso tra i brani del disco, sia per il testo dal grande sentimentalismo (To hear you singing in the shower/I’ll be your mat or I’ll towel tower/Dry you with my bare hands), che per i cori e le spensierate melodie (trovabili anche in Lonely Side). My Bark Is Your Bite abbina il ritmo ridondante e i bassi del synth-pop con l’indie rock britannico dei Mystery Jets, allontanandosi dalla spensieratezza sentita precedentemente e accennando ad un certo senso di angoscia.

Let Me See What Happens Next segna il punto di rottura. A metà disco viene infatti proposta una sospensione, poco più di due minuti di pausa segnati da un piano scandito e voce dalle alte tonalità.
Da qui in poi il percorso intrapreso prende tutt’altra direzione. Un brano dopo l’altro e il suono dei Blaenavon acquista sempre più tono, le canzoni si fanno sempre più rilevanti e severe.
Viene data una prima prova con Alice Come Home, brano appartenente agli esordi della band, sino al mese scorso ascoltabile solo tramite il video di un live risalente al 2012, quando i ragazzi avevano solo 16 anni. La canzone, adesso portata a più di sei minuti di durata, entra sicuramente tra i brani meglio riusciti della band. Basata su una vorticosa ascensione, Alice Come Home è nevrastenia in musica, si basa su depressioni e aggressive riprese fulminee, incorniciate poi in un introduzione e conclusione dal fare sognante. A concretizzare ancor più questa seconda parte di That’s Your Lot è Ode To Joe.  Con la stessa eleganza della Venus Verticordia di Dante Gabriel Rossetti, Ode To Joe si presenta romantica e pura. Un piano introduce il brano che delicatamente andrà a segnare una ballata dai ritmi altalenanti, diversa dal resto dell’album, mostrando un aspetto sconosciuto del sound dei Blaenavon.
La sovra-citata I Will Be The World riporterà verso suoni post-rock più aggressivi, confermati poi dalla nuova versione di uno dei pezzi che più ha segnato la band: Prague, questa volta sotto il nome di Prague ’99. Il brano è adesso completo nei suoni. Cori di sottofondo, una chitarra più contenuta supportata da altrettante nei ritornelli, la perfetta linea ritmica di basso e batteria strutturata in modo maniacale e una voce, stavolta più gracile rispetto a qualche anno fa ma che verso fine brano esaudisce l’entrata dell’ultimo muro di suono con un urlo di angoscia.
Swans è una altro brano appartenente agli esordi, la quale demo (ormai eliminata) era disponibile su youtube. Gli otto minuti del brano saranno composti da arpeggi continui, destinati, verso metà, ad essere eclissati da una  melanconica marcia che arriverà al suo acme di suoni per poi dissolversi in estrema serenità.
Chiude That’s Your Lot, canzone che inizialmente da’ un vago ricordo di Elliott Smith, artista tanto amato della band. Questa si espone con suggestivo romanticismo, raccontando quella che probabilmente è una relazione terminata, facendo uso di arrangiamenti puri, semplici e senza uscire fuori dalle righe, chiudendo in perfetta armonia con un brano che pare una dolce dedica.

That’s Your Lot racconta la vita e il cammino di tre ragazzi già proiettati nel mondo adulto. Inizialmente ha l’aspetto di un mare terso, pronto a cullarti nelle sue acque di letizia e serenità, poi, da un momento all’altro, le sue onde salgono sempre più, sino ad annegarti in preoccupazioni, delusioni e in un senso di agitazione dal quale è difficile uscirne.

Tracce consigliate: Alice Come Home, Swans.